Ponticelli: uno dei quartieri geograficamente più estesi e densamente popolati della città di Napoli che accoglie dozzine di rioni di edilizia popolare, dove la camorra impone con forza e costanza la sua presenza. In questo contesto di degrado sociale è ambientato il primo libro della giornalista Luciana Esposito, direttrice del giornale online Napolitan.it, un progetto editoriale indipendente che dal 2014 racconta, quotidianamente, gli intrecci camorristici che si avvicendano tra le strade della periferia orientale di Napoli con un focus particolare proprio su Ponticelli.
Per le inchieste condotte nel corso degli ultimi anni, Luciana Esposito la direttrice di Napolitan ha subìto plurime intimidazioni e minacce, oltre ad un violento pestaggio, che di recente ha portato all’esemplare condanna dei suoi aggressori. Ciononostante, la passione e la determinazione con le quali continua a portare avanti il suo lavoro sono rimaste immutate e trovano nella realizzazione di questo libro l’espressione più concreta e completa.
Sedicesimo libro della collana “Cronisti scalzi” di Iod Edizioni, dedicata alla memoria di Giancarlo Siani, questo volume accende un riflettore sulla realtà che si respira in un quartiere della periferia di Napoli che non è mai stato al centro di una narrazione così meticolosa, così attenta ai linguaggi e ai codici della camorra più violenta e sanguinaria.
L’intero progetto narrativo di Luciana Esposito è composto da dieci capitoli, che raccontano dieci storie vere, divisi in due volumi, Dieci storie che raccontano in che modo si vive dentro la camorra. Da attore e da spettatore. Da semplice passante o da aspirante leader. Dieci storie, frutto di un lavoro di studio e ricerca durato quattro anni, ricche di aneddoti, notizie inedite e testimonianze esclusive che ripercorrono mezzo secolo di storia di un quartiere in balìa della camorra e dimenticato dalle istituzioni.
Il primo libro, in uscita oggi, 24 ottobre 2022, dal titolo“Nell’inferno della camorra di Ponticelli – Napolitan” con la preziosa prefazione di don Antonio Colucci, narra le prime cinque storie vere, incentrate sulle gesta dei boss che hanno più marcato la scena camorristica ponticellese e che si alternano alla tutt’altro che scontata normalità di “eroi buoni”: persone oneste, costrette a subire la furia cieca ed illogica della malavita. Ma anche “eroi cattivi” che hanno avuto il coraggio di voltare le spalle alla camorra, scrivendo un finale diverso da quel copione che condanna alla morte violenta o al carcere le vite di chi si lascia ispirare dalle logiche criminali.
Ecco le storie narrate nel primo volume:
- ’O sindaco
- La strage dei parenti dei Sarno
- Tonino ’o sicco
- Carmine D.L.B. e ’O tigre
Le storie narrate nel secondo volume:
- Il ragno
- Bodo
- ‘O muccusiello
- La passillona
- La giornalista
Chi sono i Cronisti scalzi
La narrazione di un Paese, di una città e di un quartiere, molto spesso alterata o ridotta ad uso e consumo dell’industria mediatica, ha bisogno, oggi più che mai, di donne e uomini che hanno la passione per il giornalismo d’inchiesta, la capacità di raccontare il vissuto di una comunità nella sua complessità e contraddizione, senza sottrarsi alla cruda realtà esistente, e infine avere un sogno di trasformare in meglio la vita di coloro che resistono alle insostenibili difficoltà, all’abbandono, e alla violenza dei clan delle mafie
Ci piace, allora, ricordare le parole di Giancarlo Siani, che così amava definire il ruolo del giornalista in uno dei suoi primi articoli, “Da grande voglio fare il giornalista”: «Ci sembra questo un modo democratico per consentire l’accesso alla professione giornalistica e anche un tentativo di modificare il ruolo e la funzione del giornalista per renderlo soprattutto operatore culturale e sociale».