Per anni ho vissuto con il peso sulle spalle di dover essere perfetta, questo inevitabilmente mi faceva sentire come se non fossi stata mai abbastanza. Non erano ammessi fallimenti personali e non accettavo le sconfitte paragonabili per me alla perdita di una guerra. Lottare e stare male per dover dimostrare di essere abbastanza brava.
Per non parlare del controllo, perderlo, significava sprofondare ed essere inghiottita nelle viscere della terra. I miei standard risultavano irragionevoli e ben al di sopra delle reali possibilità. Poi, ho compreso che sono unica e speciale nelle mie imperfezioni. Ho imparato a migliorarmi senza dover inseguire la perfezione.
Il mio era un perfezionismo patologico caratterizzato da:
• Autovalutazioni severe basate sul pensiero tutto o nulla
* Sfiducia nelle proprie capacità
* Sovrastima delle aspettative altrui
* Timore del giudizio
* Interpretazione dell’errore come indice di fallimento
Il perfezionismo patologico, in molti casi, può essere alla base di disagi psicologici, come ansia sociale o ansia generalizzata, disturbi depressivi, vissuti di rabbia e aggressività, disturbi del sonno, difficoltà relazionali, ossessioni e compulsioni, comportamenti alimentari disfunzionali.
Nel DSM 5 il perfezionismo è inserito come una caratteristica dominante del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.
L’attenzione per i dettagli, il controllo ossessivo per gli errori, l’autocritica verso se stessi fanno della personalità ossessivo-compulsiva il perfezionista per eccellenza. Nel disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, i tratti perfezionistici connessi alla paura di commettere errori ed essere giudicati negativamente sono molto marcati.
Il perfezionismo nella personalità ossessivo-compulsiva è la strategia utilizzata per proteggere l’autostima, l’insicurezza di un sé che non crede nelle proprie capacità.
Il perfezionismo non è a buon prezzo. Non è economico. Per “Costruire”, per raggiungere i nostri obiettivi stare bene con noi stessi è necessario “sapere e potere rinunciare alla perfezione”.