E’ allarme ambientale a Sarno, la puzza di tanfo ha invaso tutta la città e reso invivibile la vita dei residenti «Siamo costretti ad uscire di casa in mascherina per non sentire la puzza di rifiuti». Il sindaco Giuseppe Canfora presenta un esposto alla Procura e chiede un incontro con le Autorità preposte ai controlli. Ma oltre il danno c’è anche la beffa, il Tar annulla la delibera di consiglio comunale per lo stop ai nuovi impianti: pronto il ricorso al Consiglio di Stato.
IL CASO
Gli impianti adibiti all’attività di trattamento dei rifiuti tengono sotto scacco la popolazione sarnese. Sono migliaia i residenti costretti a vivere con gli infissi chiusi e ad uscire da casa indossando la mascherina per non avvertire la forte puzza di tanfo che sovrasta l’aria di tutto il territorio durante la notte e le prime ore del mattino. Una problematica che diventa sempre più preoccupante e che rischia di non avere più una via d’uscita.
L’ALLARME AMBIENTALE I
Forti disagi sono stati registrati dalla maggior parte della popolazione al punto da rendere difficile la respirazione, soprattutto nei soggetti più fragili, provocando bruciore alla gola e agli occhi. Centinaia sono stati i gridi di aiuto lanciati sui social network. Altrettante sono state le telefonate inoltrate all’Ente municipale di Palazzo San Francesco, specie al Comando di Polizia Municipale, dove i residenti hanno segnalato la propria insofferenza verso le emissioni odorigene.
LA DENUNCIA IN PROCURA DI CANFORA
Al riguardo, ieri mattina, è stata convocata una riunione d’emergenza dell’esecutivo del sindaco Giuseppe Canfora per discutere della problema ambientale e, nella stessa sede, è stata predisposta una denuncia contro ignoti firmata da tutta la maggioranza consiliare. Il Sindaco ha chiesto agli organi competenti per materia, in particolar modo ai Carabinieri del Noe di Salerno, di effettuare gli opportuni accertamenti per accertare eventuali responsabilità di natura penale, riservandosi di adottare provvedimenti in base alle risultanze delle indagini già avviate. Nell’esposto vengono evidenziati alcuni degli impianti che svolgono l’attività di trattamento dei rifiuti sul territorio: la Prt di via Ingegno (oggetto già di una denuncia in Procura il 12 settembre scorso) e le centrali di Biogas di via Muro d’Arci, entrambe sottoposte a procedura fallimentare dal Tribunale, ed affidate alla Alco Eco ambiente di Napoli e alla azienda agricola di Carmine Schiavone di Santa Maria la Fossa nel casertano.
LE REAZIONI
Nel frattempo, il consigliere di minoranza Giovanni Montoro ha puntato il dito contro l’assenza di controlli e la carenza di un piano di monitoraggio dell’ambiente. «Continuano a pagare l’assenza di azioni concrete a difesa della salute pubblica. La sofferenza la vive tutta la città e soprattutto i cittadini di via Ingegno e di Foce non può essere ignorata e percepita come problema solo quando vi sono emissioni moleste. Assenza di controlli serrati seri, di una programmazione ambientale lungimirante, la mancanza di monitoraggio permanente dell’aria con stazioni di rilevamento permanente, sono le cause principali della “puzza” che oggi avvolge la città e del conseguente degrado» ha affermato Montoro. Sulla stessa scia è intervenuto anche il consigliere comunale Domenico Crescenzo che ha parlato di una città distrutta dall’inquinamento «Dopo otto anni Sarno ha un primato: quello di essere, a livello provinciale, tra i territori con il maggior numero di aziende che effettuano l’attività di trattamento dei rifiuti. Una città distrutta, ormai è una consuetudine di questa città dormire e alzarsi con una puzza insopportabile di rifiuti. Questo è il frutto di anni di assenze nei tavoli istituzionali, di autorizzazioni e silenzi. Ora, come se nulla fosse, la stessa amministrazione scrive e vuole far credere ai cittadini il contrario. La distruzione è sotto gli occhi di tutti, danni incalcolabili sia sul piano dell’immagine del territorio, su quella della salute pubblica, ma anche e soprattutto per le aziende sane del territorio che sono costrette a scappare» ha chiosato Crescenzo.
LA SENTENZA
Intanto, dal Tar di Salerno arriva anche un’altra beffa per i cittadini e il Municipio. I giudici amministrativi salernitani, all’esito di una vertenza contro un ditta dell’area pip, hanno annullato la delibera di consiglio comunale del 2019, con cui il Comune di Sarno aveva inteso «Manifestare e rendere nota, a tutte le istituzioni competenti, in particolare la Regione Campania, la propria assoluta e netta contrarietà alla collocazione di ogni tipo di impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti, di qualsiasi natura, nell’area industriale del Comune di Sarno o in qualsiasi altra area nel territorio comunale». Secondo l’avvocato incaricato dall’Ente, Michele Troisi, si tratta «di un errore perché, se è vero che afferma il Tar che è una mera delibera di indirizzo, non poteva essere annullata non essendoci alcun interesse della ricorrente». Ad ogni modo, l’Ente ricorrerà in appello al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.