Intervisto con immenso piacere il Dottor Attilio Barbarulo, persona splendida e amatissima da tutti per il suo animo nobile e per le mille virtù morali che da sempre sono sotto gli occhi di tutti. Egli infatti da anni lotta per il bene dei più piccoli dei piccoli, come lui stesso definisce i bambini nati prima del termine, senza se e senza ma
I. In occasione della giornata mondiale della prematurità che si celebra il 17 novembre i genitori dei bambini prematuri potranno recarsi alla Tin dalle 9 alle 21. Cosa rappresenta ciò per genitori e neonati?
Attilio Barbarulo: Lo scenario cambia completamente dal momento che i genitori potranno avere ben 12 ore a disposizione per partecipare attivamente alla cura dei propri scriccioli. La prospettiva futura non esclude la possibilità di ampliare ulteriormente tale orario, coprendo l’intera giornata. Ogni genitore potrà assistere il proprio bambino con amore favorendo in tal modo una vera e propria UMANIZZAZIONE delle cure: il feedback che ne scaturirà sarà senza dubbio positivo venendosi a creare un connubio unico tra operatori sanitari, genitori e piccoli pazienti. Spesso le mamme e i papà sono spaventati dal non sapere quali siano esattamente le cure offerte ai propri pargoli; in questo modo, invece, verrà azzerato il distacco tra loro e la Tin e potranno partecipare ai momenti cruciali del bagnetto, del cambio, delle poppate. Ecco, proprio il maggior coinvolgimento delle madri favorirà in special modo la cosiddetta TERAPIA DEL CANGURO: il contatto pelle a pelle tra mamma e figlio, infatti, sarà un ulteriore pungolo all’allattamento al seno, con i numerosi benefici che ormai si conoscono.
- Quest’iniziativa non finirà domani, bensì diverrà il leit motiv della TIN del nostro ospedale. Tutti noi dovremmo promuovere socialmente la Terapia intensiva dell’ Umberto I e so che a breve potremmo farlo in maniera semplice e veloce.
Attilio Barbarulo: Si chiama “La famiglia Tin”. L’associazione di promozione sociale nasce con lo scopo di sostenere il reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Ne fanno parte genitori di bambini curati dai sanitari della Tin, medici e infermieri, semplici cittadini che da tempo sostengono con le loro donazioni il reparto che si attiva con le sue professionalità ogni qualvolta nasce un bambino prematuro e che ha bisogno di cure specifiche. A breve verrà attivato un conto corrente su cui sarà possibile fare donazioni in favore dei più piccoli dei piccoli.
- “ Quando salvi un bambino hai salvato il mondo intero, ma non bisogna accanirsi a tenere in vita un essere umano quando non vi è alcuna speranza di sopravvivenza. Ci può spiegare cosa intende, dottore?
Attilio Barbarulo: La morte non è una nemica, ma un’avversaria. Sono giunto al punto di credere che se Dio esiste non se ne importi molto di noi, nel senso che il nostro operato non è rilevante quanto la sua volontà. La sola cosa che fa la differenza è vivere da veri cristiani, operare il bene, solo così moriremo sereni. Quando arriva la morte non la capiamo, non l’accettiamo, ma l’accanimento non è mai corretto né auspicabile. Credo che non bisogni opporsi alla morte ma rispettarla per onorare ancora di più la vita.
La saggezza di quest’uomo, medico umile al servizio dei bambini, come lui stesso si definisce servo dei più piccoli, è commovente. Persone come Attilio Barbarulo rendono il mondo meno brutto, ci fanno credere che non è poi tutto sprecato, deprecabile e avvizzito. Parlare con lui mi ha fatto sentire più speranzosa.
Annalisa Capaldo