Pagheranno la metà. Ai turisti in arrivo da B&b ed alberghi di Pompei previsto il 50% di sconto per la piscina e le altre attività di Marina di Stabia. Lo prevede la convenzione firmata giovedì scorso tra il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio e il presidente della società Marina di Stabia Giovanni La Mura.
Un patto che prevede l’arrivo al porto per mega yacht di Castellammare navette per i turisti diretti a Pompei, in modo da collegare la città degli scavi direttamente al Golfo di Napoli. Un’operazione di marketing annunciata anche con un cambio nome “Porto di Pompei” e che ha portato a molte proteste da parte degli stabiesi.
Intanto all’articolo 3 della convenzione si legge: “La Società si impegna a pubblicizzare, organizzare e a privilegiare, previo accordi unilaterali con le singole strutture ricettive presenti sul territorio comunale di Pompei e che intendono aderire, l’utilizzazione delle strutture in cui si compone il complesso portuale quali il Parcheggio, la Piscina, lo Yacht Club, i Ristoranti, il Lido e ad usufruire di ogni altro servizio che attualmente offre il Marina medesimo, garantendo una riduzione del 50% dei costi praticati su ciascun servizio”.
Il patto tra Marina di Stabia e il comune di Pompei lascia fuori dalla porta Castellammare. Il caso della convenzione firmata giovedì scorso fa discutere soprattutto sul fronte stabiese. «Se rilancio turistico dev’essere, è giusto che inizi da Castellammare di Stabia».
A dirlo è Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia alla Camera e capogruppo azzurro nel consiglio regionale della Campania.
«L’accordo tra il porto di Marina di Stabia e il Comune di Pompei, così come raccontato dai media in questi giorni, è certamente una interessante iniziativa di marketing territoriale, ma è incomprensibile che la città di Castellammare di Stabia, luogo in cui si trova il molo, sia stata del tutto estromessa dal programma».
«Castellammare e Pompei sono realtà interconnesse su più livelli, non ultimo quello archeologico e storico. Pensare di legare il brand degli Scavi a Stabia con una operazione a scavalco della città non è solo un errore di metodo, ma anche di merito. L’intera Castellammare ha tutte le potenzialità e le caratteristiche, anche dal punto di vista dell’hospitality, per rappresentare la porta d’ingresso di Pompei e per rafforzare, a sua volta, la propria identità e la propria vocazione turistica. Ridurre queste specificità a un accordo con una singola infrastruttura del territorio è un’occasione persa, e non certo per una mancanza di volontà da parte della città».
«Ci sono, però, ancora modo e tempo per recuperare – conclude la Patriarca –. Anzitutto convocando un tavolo di confronto coi commissari prefettizi che, oggi, governano l’Amministrazione comunale e, loro tramite, studiare adeguate misure correttive per garantire pari dignità anche a Castellammare. Solo in questo modo, una buona idea diventerà un eccellente progetto».