Tutti convocati, come Pardo a Radio 24. Amministratori pubblici, dirigenti, addetti ai lavori. Il convegno sulle Politiche Sociali, tenutosi a Nocera Inferiore, ha esaltato le qualità “narrative” dell’assessore regionale Lucia Fortini, che ha insistito su alcuni capisaldi noti: ci sono i fondi per stabilizzare gli operatori del settore, i vari Piani di Zona farebbero bene a scegliere come forma consociativa l’azienda speciale o l’azienda consortile, la volontà da parte della Regione di metterci sempre più soldi ma anche di controllare che a capo dei Piani vi siano personalità veramente competenti in materia (una sorta di lista di accreditati dalla quale scegliere il dirigente). La Fortini ha anche sottolineato le difficoltà generali: molte realtà sono in ritardo di anni sulla rendicontazione, problema che arriva a bloccare o a ritardare alcuni servizi essenziali da rendere alle comunità ed ha promesso battaglie su possibili scelte del Governo che andrebbero a penalizzare alla voce Politiche Sociali principalmente il Sud. Una battaglia va già avanti da tempo: non si torna indietro, cioè non si restituiscono i fondi, per i progetti arrivati almeno a metà dell’attuazione.
Parlare di queste cose proprio a Nocera, si sa, non è semplice. L’ambito che mette assieme Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Castel San Giorgio non va d’accordo su tutto, è notorio. La contrapposizione tra le idee di De Maio e Cuofano sul metodo e sui contenuti è ampia. Pagano e Lanzara cercano di mediare e portare pazienza, sperando di arrivare a un’unica posizione almeno sui “fondamentali”. Gli assessori dei quattro comuni hanno esposto il lavoro fatto e quel che andrà fatto. Federica Fortino ha snocciolato numeri che mettono brividi, una crescita esponenziali di persone e famiglie che si rivolgono ai Servizi Sociali per emergenze di salute, di assistenza ma anche per l’accresciuta precarietà e povertà. Maria Stefania Riso, come al solito, s’è mostrata pragmatica e risoluta. Ha illustrato idee interessanti anche Antonia Alfano.
Asciutto ma significativo, oltre che breve, il discorso d Don Enzo Di Nardi, responsabile Caritas Diocesana: “Nei nostri territori manca un dormitorio e manca anche una mensa. Come Caritas, coi casi che ci segnalano, moltiplichiamo gli sforzi per i pasti ma il lavoro che va fatto è ancora notevole in considerazione con le necessità attuali e quelle future”.
Colorito, invece, il saluto di Franco Alfieri, alle prime uscite da Presidente della Provincia: “Sono qui a Nocera per dare la prima dimostrazione che sono il Presidente di tutta la Provincia. Ho fatto l’assessore quando le province contavano sul serio e c’erano milioni di euro da spendere per i lavori pubblici. Per me non diventerà alibi la versione attuale delle province, con fondi e compiti decisamente ridotti. Squadra che vince non si cambia ? Sì, ma solo se riesce a far ancora gol. Per le Politiche Sociali la mia idea è quella di creare una consulta permanente dei Piani di Zona esistenti sul territorio provinciale per uno scambio di idee, progetti e competenze”.
Le scaramucce politiche di fine convegno, invece, sono apparse figlie del “vecchio”, non dovute onestamente agli organizzatori e ai relatori. Cosa avrà pensato Salvatore Gargiulo presente in sala ? Ai più giovani ricordiamo che Gargiulo, oltre ad essere stato sindaco di Nocera Inferiore nell’era terremoto, ha ispirato persino il lavoro di Enrico Letta negli anni in cui si doveva tradurre in legge dello Stato il nuovo approccio alle Politiche Sociali, oggi chiamato Welfare, che letteralmente significa “benessere” (quello di chi ne ha bisogno, non quello di chi ne approfitta).