Uno dei temi che mi è sempre stato a cuore è quello sulla parità di genere e sui tanti argomenti ad esso collegati.
Per anni mi sono occupata degli aspetti sociologici e giuridici delle cosiddette Pari Opportunità, in particolare di uno: le donne sono ancora poche nei luoghi dirigenziali della politica ed esigue le occasioni di successo, specialmente nella politica locale. Ciò non è imputabile solo alla precaria conciliazione dei tempi di cura con quelli lavorativi e sociali, su cui pure bisogna lottare affinché le buone leggi che possediamo vengano realmente fatte valere. Accedere al mondo della politica per una donna non è semplice, i retaggi culturali da abbattere sono ancora troppi, così come andrebbe rivista la mentalità di gente comune e addetti ai lavori. Posso affermarlo con cognizione di causa dal momento che io stessa mi sono messa in gioco ler ben due volte. Ma scendere in campo, non basta. È necessario invogliare le donne a prendere parte attiva alla Cosa Pubblica, incentivarle non solo ad essere elette, ma anche a poter progettare ed innovare, votare proposte e non assentire passivamente, dare il proprio contributo senza timori o esitazioni.
La piena democrazia si raggiungerà solo quando il numero di donne presenti e pensanti sarà congruo a quello maschile: le quote rosa, di per sé abominio dell’affermazione femminile in politica, possono servire solo in partenza, per l’accesso e il reale aumento della presenza delle donne in politica. Dopodiché bisognerà affermare le competenze di ciascuna in ogni ambito della vita cittadina e politica tout court.
Quindi non solo pari opportunità di accesso, ma anche eguale peso decisionale e salariale.
Inoltre ogni Amministrazione deve dotarsi di una Commissione per le Pari Opportunità, non solo sulla carta, avere un Assessorato funzionante e competente, con esperte formate ad hoc, vista la vastità e la complessità della materia, una progettazione sociale e politica che miri alla reale conoscenza dei temi legati alle Pari Opportunità, Comitati.
Stricto sensu si devono promuovere, ogniqualvolta possibile, anche nelle scuole di primo e di secondo grado, progetti ed iniziative per la conoscenza delle Pari Opportunità. Già durante gli anni della Scuola Primaria è necessario stimolare le bambine allo studio delle discipline tecniche e scientifiche, facendo sì che le ingegnere, le scienziate e le fisiche nucleari siano sempre più numerose. Questo per sfatare il mito, tutto fuorviante, che le femmine sono naturalmente predisposte agli studi umanistici ed al lavoro di cura.
Le donne non possono più permettersi di vivere all’appannaggio dei maschi perché ciò va a discapito dell’avanzamento della società civile e delle buone prassi. I baroni della politica, i dinosauri della res pubblica, non devono agevolare incarichi di donne utili alla loro causa, consenzienti per convenienza e conniventi per bisogno. Occorrono donne libere e realmente competenti, non prettamente legate ad amicizie politiche e a sussidi, favoritismi e altre nefandezza simili. Questo modus agendi non porta alcun contributo alle Pari Opportunità, anzi finisce per sminuire ed annientare il loro significato. Vergognoso sarebbe poter fare politica senza aver alcuna libertà d’azione e chiedere il permesso ad altri prima di fare una proposta o mettere in atto un’iniziativa.
Auspico un reale cambiamento della condizione femminile a Nocera Superiore, in Italia e nel mondo e per farlo bisogna rivedere la Weltanschauung, la visione del mondo, delle donne prima e degli uomini poi.
Annalisa Capaldo