Ospite alla Biblioteca Comunale di Nocera Inferiore il professor Franco Salerno, in veste autoriale in occasione della presentazione del suo romanzo “Che ora è della notte?”, un thriller che si muove per le strade antiche di Ischia seguendo i passi dell’antropologo Giacomo De Marinis e del suo entourage alla ricerca di un antichissimo documento custodito nel Castello Aragonese. Il romanzo è edito per Guida.
Oggetto di analisi per il gruppo di lettura della biblioteca, i partecipanti all’incontro hanno paragonato il romanzo non soltanto alle storie thriller che con sempre maggior disinvoltura si fanno strada nel panorama letterario italiano – con una cifra stilistica che non è imitazione dei colleghi internazionali – ma anche ad uno dei romanzi capostipite del filone dei documenti segreti: “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown.
Sono in particolare i personaggi a dare ai lettori i maggiori spunti di riflessione: “Che ora è della notte” viene definito un romanzo di coppie e dicotomie, positive e negative, da personaggi che si fanno da complementari e contraltare fino alla tragica storia di un femminicidio, argomento che tocca il cuore dell’autore e che viene presentato nel romanzo come analisi di una concreta paura sociale. Nel corso della sua lunga carriera, Salerno è venuto a contatto con vittime di violenze che hanno portato in scena la loro storia, e l’inclusione del tema vuol essere una sorta di tributo a questo coraggio.
Per Franco Salerno il romanzo è un mezzo ancora fresco, dal momento che nasce prevalentemente come saggista. «Anche nella saggistica e nel mio percorso come giornalista per Il Mattino ho sempre voluto inserire degli spunti creativi,» dichiara. «Era un buon approccio anche con i miei allievi, notavo che interagivano e interloquivano più volentieri quando c’era la possibilità di spaziare.»
Tra i lettori presenti, particolare curiosità ha suscitato la scelta del titolo, una domanda che ha un suo peso specifico nella narrazione. «È una citazione biblica, Isaia 21:11» spiega Salerno; è tratta dalla storia di una sentinella notturna che, interrogata, assicura al viandante angosciato che potrà chiederle qualunque cosa anche se non conosce la risposta.
Proprio la mancanza di una chiusura definita è il punto di maggior fascino nel romanzo. «Ci sono domande riguardo questo protagonista che ho creato alle quali nessuno — me incluso — saprebbe rispondere,» dice, «e sono felice così.»