La demenza è uno stato che si tende ad associare ad individui adulti affetti da una serie di sintomi che preludono ad un declino mentale riguardante il pensiero, la memoria e la capacità di apprendimento.
Lo psichiatra Manfred Spitzer nel libro “Demenza Digitale” – edito da Corbaccio – introduce l’idea che tutti gli individui, indipendentemente dall’età, possono essere soggetti a demenza se esposti ad un uso smodato dello smartphone.
L’eccessivo uso dei dispositivi digitali ha degli effetti sulla salute (sovrappeso, diabete, ipertensione, insonnia, ictus, infarti), sull’istruzione e sulla società.
La conclusione della sua indagine è allarmante, in quanto spinge a credere che lo sviluppo cerebrale dell’individuo è alterato dall’utilizzo degli smartphone.
Spitzer cita una ricerca condotta in Gran Bretagna nella quale si evidenzia che le ragazze di 13 anni che trascorrevano più ore su facebook, avevano il doppio dei rischi, rispetto alle altre, di soffrire di depressione a 18; sempre una ricerca americana, citata dallo psichiatra, ha rivelato che il tasso di suicidi tra le ragazze giovani è aumentato e in alcuni casi raddoppiato e nei maschi ha subito un incremento pari al 30%.
Spitzer dedica un’attenzione particolare alla ricaduta che i dispositivi digitali hanno sull’istruzione, registrando un calo dell’attenzione, dell’apprendimento, della conoscenza e della demenza.
Uno studio del 2017, riportato nel suo lavoro, ha mostrato l’incidenza sulla capacità di concentrazione, sulla memoria e sul Q.I. del telefonino posto nell’ambiente di studio (tavolo, zaino, altra stanza) di un giovane a seconda della vicinanza. Ebbene, l’effetto peggiore è direttamente proporzionale alla prossimità del soggetto dallo smartphone che diviene uno strumento di distrazione e non di apprendimento.
In uno studio su 2.500 bambini tra i 3 e i 5 anni si è osservato che la rappresentazione sensoriale e motoria finalizzata all’apprendimento risulta essere, rispetto a quella offerta dal digitale, il modo più funzionale per sviluppare la cognizione ad alto livello.
In una scuola elementare con bambini tra gli 8 e gli 11 anni, lo studio su 4524 di loro nel periodo compreso tra il 2016 e 2017, sulla correlazione tra sonno, sport e dispositivi con schermo ha mostrato che dormire di più e praticare più sport incide poco sul miglioramento o peggioramento dello sviluppo cognitivo, mentre esiste un impatto fortemente negativo derivante dall’uso del digitale.
In uno studio su ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni del 2017 si giunge alla conclusione che più si utilizza lo smartphone, minore è lo sviluppo accademico, maggiore l’ansia e l’insoddisfazione della vita.
All’accademia militare americana di West Point uno studio randomizzato su 50 classi e 756 studenti fortemente motivati, e dove 17 classi hanno ricevuto un LAPTOP (Pc) e un Tablet, 15 solo 1 Tablet e 18 nessun dispositivo, alla fine del semestre gli studenti privi dell’ausilio di dispositivi hanno raggiunto risultati migliori del 20%, rispetto ai risultati ottenuti (voti) e all’apprendimento (conoscenza) degli altri due gruppi.
Anche uno studio decennale realizzato a Pisa anni su ragazzi di 15 anni valutati periodicamente ogni 2/3 anni seguendo un metodo adottato in 32 Paesi OCSE e in 25 non appartenenti all’OCSE relativi al rendimento nel 2015, ha evidenziato un fatto sorprendente: più un paese aveva investito in digitalizzazione e meno si era sviluppato nel decennio considerato.
Altri studi hanno dimostrato che l’uso dei dispositivi digitali non migliora il rendimento dei figli dei ceti più svantaggiati, mentre lascia invariato quello dei figli delle classi agiate.
Da una ricerca dell’Università colombiana del 2011 emerge che gli studenti apprendono di più quando leggono da materiale cartaceo che da quello digitale; il medesimo risultato si è ottenuto considerando i testi elettronici rispetto ai cartacei in uno studio del 2012 e conclusosi nel 2018, secondo cui lo studio tradizionale consente una migliore memorizzazione, perché i neuroni presenti nel cervello (100 miliardi circa) elaborano informazioni e attivano numerose sinapsi migliorando il funzionamento del dispositivo – memoria.
In sintesi secondo Spitzer se ho delle conoscenze pregresse acquisite con il metodo tradizionale, l’utilizzo dei dispositivi digitali accresce le competenze che possiedo, perché so cosa e dove cercare ciò che rimpolpa la mia conoscenza.