Un mercoledì da leoni!
Ieri sono stata allo stadio Arechi con il mio secondogenito, Alessandro, per Salernitana Milan, scontro di campionato, in cui il mio Milan ha vinto per 2 a 1 sui Granata. Da Nocerina di sicuro non provo particolare simpatia per quelli che goliardicamente abbiamo sempre denominato pisciaiuoli, ma sono felice che siano rimasti in serie A e permettermi così di vedere il Milan a pochi chilometri da casa.
Non farò una cronaca posticipata della partita in sé, ma una sorta di analisi generale della mattinata.
Purtroppo devo cominciare dagli eventi salienti negativi: appena giunti allo stadio abbiamo dovuto fare una fila interminabile per giungere ai tornelli, pochissimi ingressi disponibili e una lentezza che avrebbe fatto spazientire il Dalai Lama.
Noi avevamo il biglietto in tribuna azzurra, pagato più di 100 €, siamo riusciti ad entrare dopo 10 minuti dal fischio d’inizio e mentre correvamo, per l’ennesima volta nella mattinata, abbiamo sentito il primo boato: mi ero già persa un goal fantastico di Rafa Leao a causa di un’organizzazione vergognosa e scadente, sicuramente non all’altezza della categoria e della città. Dietro di me, trafelati, tifosi di Milano che non hanno potuto fare a meno di lamentarsi del solito sud disorganizzato e deprecabile. Certo due di loro, sudati e senza giubbino, hanno anche affermato che un clima del genere, ieri primaverile davvero, a Gennaio, al Nord è un’utopia, ma erano arrabbiati ed avevano ragione. Mi sono vergognata soprattutto perché non sarebbe costato molto aprire più varchi di accesso e velocizzare così le manovre. Sentivo Calabresi, Siciliani, Lucani, Pugliesi, Molisani lamentarsi in vari dialetti di Salerno e del Sud e non potevo che assentire, scoraggiata e su tutte le furie. Ma le sorprese brutte non erano finite: io e mio figlio (tra l’altro tifoso del Napoli) siamo giunti al nostro settore ed abbiamo trovato tutti i posti occupati, era impossibile persino accedervi perché coloro che avevano, come noi, il posto assegnato, si erano ritrovati tutti in piedi, accalcati, senza possibilità di muovere un passo. Inammissibile. Mai successo in altri stadi d’Italia una roba del genere. Così mentre telefonavo ai Carabinieri di Salerno Sandrino Tonali segnava il secondo goal per i rossoneri. Dovevano agire gli steward, tra l’altro presenti in numero cospicuo, come pure le forze dell’ordine fuori e dentro lo stadio. Ho attirato l’attenzione di un paio di loro facendo loro vedere il mio posto assegnato e pagato lautamente e mi son sentita rispondere che non potevano farci nulla. Inammissibile. Ho cominciato a lamentarmi, a stare male, a minacciare, così una steward mi ha condotto nella tribuna inferiore coperta, ovviamente con mio figlio. Tanti altri, come me, imprecavano. Ma che esempio devo dare a mio figlio? Che idea deve farsi del nostro Meridione? Dopo svariate partite a San Siro ha dovuto notare quanta differenza ci sia tra Nord e Sud anche per una partita di calcio e lo dico con rammarico. Questa mentalità del non rispetto e dell’imbroglio, del disfattismo e del “chi tardi arriva male alloggia” deve terminare, non deve più esistere, altrimenti quando tutti ci additeranno come incivili, retrogradi, irrispettosi e barbari non potremo che assentire.
Certamente dal 20° minuto del primo tempo abbiamo potuto guardare la partita da una degna postazione, ma per far valere un mio diritto ho dovuto ricorrere a mille imprecazioni, motivazioni e minacce. È mai possibile?
Un mercoledì da leoni sul campo, invece, si stava dipanando dinanzi ai miei occhi e a quelli dei numerosi tifosi rossoneri provenienti da tutta l’Italia, molti di loro in fila dalle prime luci dell’alba.
Leao, Tonali e Bennacer su tutti mi facevano rivivere le gioie dell’ultimo scudetto vinto, quando ancora abitavo a Milano. La Curva Sud, presente in gran numero a Salerno, ha cantato per 90 minuti, in modo organizzato e a torso nudo. Sono tornati a Milano abbronzati e con una bella vittoria.
Avrei voluto conoscere Carlo Pellegatti, noto giornalista tifoso del Milan, e il mio amore e idolo di sempre, Paolo Maldini, sentivo che eravamo vicini, ma figuriamoci se in quel trambusto avrei potuto vederli o stringere loro la mano, nella mia terra.
Intanto il nervosismo lasciava il posto ad emozioni belle che solo il calcio può regalare, la cosa più importante tra quelle meno importanti. Vedere i campioni della mia squadra a pochissimi metri, giocare a Salerno, a 20 minuti da casa mia, era una figata pazzesca e non potevo permettere a tutto ciò che era accaduto di rovinarmi la giornata, quei momenti. Ho intonato persino qualche coro famoso che ben conoscevo della Curva Sud a me vicinissima dalla nuova tribuna ove mi avevano finalmente fatto sedere ed ho fatto qualche ripresa.
Resta solo l’amaro in bocca per la mentalità del Sud: anche ieri se non eri parte della polizia, delle forze dell’ordine, disabile, incinta o famoso non ti saresti potuto sedere al tuo posto e Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…Chi ha dato, ha dato, ha dato…Scurdámmoce ‘o ppassato, Simmo ‘e Napule paisá!…
Annalisa Capaldo