I casi di legionella vengono scoperti grazie al sistema di sorveglianza della malattia in Italia che è stato incrementato dal 2020 durante la pandemia di COVID-19. I numeri sono nella normalità e non c’è nessun allarme per il responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl il dottor Arcangelo Saggese Tozzi che oggi ha spiegato che la legionellosi non si mischia come il Covid ma è una forma di polmonite interstiziale con cui a volte può essere confusa che viene normalmente trasmessa tramite particelle di acqua contenenti i batteri appartenenti al genere legionella che possono essere presenti in fonti d’acqua contaminate come sistemi di acqua calda domestica, fontane apparecchiature per terapia respiratoria. Negli ultimi trent’anni il numero dei casi in Italia è aumentato costantemente per varie ragioni inclusa la sotto diagnosi perché non sempre la malattia viene notificata alle autorità sanitarie.
A Salerno tra l’altro è presente un centro di riferimento regionale proprio per questo tipo di malattia che come dicevamo non desta preoccupazione nei responsabili dell’Asl salernitana, nonostante quanto avvenuto all’ospedale di vallo della Lucania, dove una paziente proveniente da Arezzo è deceduta in seguito a complicanze legate proprio all’insorgere della malattia. Nel Cilento sono stati accertati altri casi ma nessun numero tale da destare preoccupazioni. “Piccole precauzioni come prestare attenzione all’igiene dei bagni, dei rubinetti anche semplicemente facendo scorrere acqua forte temperature oppure con il cloro può già essere una forma di prevenzione importante ed in ogni caso va ricordato che questa malattia colpisce in modo particolare persone già deboli, fumatori, con problemi respiratori e maschi anziani “ ha ricordato Saggese.