Giusto 38 anni fa il destino portò via Joe Marrazzo, forse precedendo la camorra, che voleva fargli pagare il conto alle sue inchieste. Nocerino autentico, di Casale del Pozzo, tifosissimo della Nocerina, consigliere comunale indipendente Pci all’inizio degli anni ottanta. Gli hanno intitolato più di una cosa in città: una scuola, una via. Ma ci sarebbe ancora da fare: una targa dove è nato. Noi lanciamo pure un’altra idea: la scuola di giornalismo in suo nome, stavolta farla sul serio, visto che il tentativo di decenni fa del figlio Piero, pur animata da buone intenzioni, naufragò alla svelta.
Marrazzo iniziò la sua carriera collaborando col quotidiano Il Mattino. In seguito continuò come inviato per altri giornali, tra cui Omnibus, Epoca e Tempo illustrato. Nel 1965 passò dalla carta stampata alla televisione: per la Rai produsse inchieste e servizi per i programmi Tv7, Cordialmente, Europa Giovani e AZ. Successivamente lavorò per la rubrica TG2 Dossier, focalizzando i suoi approfondimenti sulle organizzazioni mafiose. Sposato in prime nozze con Luigia Spina, italo-americana, ha avuto nel 1958 un figlio, Piero, che ha intrapreso anch’egli la carriera giornalistica e, in seguito, quella politica (è stato presidente della Regione Lazio dal 2005 al 2009); anche il figlio più piccolo, Giampiero, nato nel 1979 da un secondo matrimonio, è giornalista.
È morto nel 1985 all’età di 56 anni a seguito di un’emorragia cerebrale. Il figlio Piero ha dichiarato che la morte per cause naturali di suo padre gli ha quasi sicuramente evitato una morte violenta, in quanto le sue inchieste sulla camorra lo avevano esposto a varie minacce di morte. Partendo dalle sue inchieste, Marrazzo ha scritto diversi libri, tra cui il più famoso è Il camorrista (pubblicato nel 1984), in cui racconta la vita di Raffaele Cutolo, uno dei boss campani più influenti durante gli anni ottanta: è un libro del quale lo scrittore Roberto Saviano ha dichiarato, durante la trasmissione televisiva Blu notte – Misteri italiani, di essere debitore per parecchi spunti, nella scrittura del suo Gomorra. Da Il camorrista fu tratto nel 1986 l’omonimo film, che segnò l’esordio cinematografico alla regia di Giuseppe Tornatore.
“Cutolo aveva un grande rispetto per Joe Marrazzo. Il libro “Il camorrista” mi è costato un occhio della fronte ma è stata la mia fortuna da editore”. Nel 1983 Tullio Pironti incontra nel ristorante Dante e Beatrice in piazza Dante Joe Marrazzo, il famoso giornalista che intervistava spesso in tv il temuto boss della camorra di Ottaviano. L’editore -boxeur, propone al “Pulitzer di Nocera” di fare un libro. Marrazzo è un po’ scettico ma lo invita l’indomani nel suo buen retiro sul lungomare, l’Hotel Vesuvio. Nasce così il primo successo editoriale di Pironti, “Il camorrista”, tradotto in decine di paesi nel mondo.