La Villa Romana di Somma Vesuviana nei prossimi anni è destinata a diventare Patrimonio Unesco. Le parole del sindaco Salvatore Di Sarno: “Ci crediamo e metteremo tutto il nostro impegno, non chiacchiere, per arrivare al riconoscimento di Patrimonio Unesco di un complesso favoloso, pieno di storia”. Custodisce (ancora) il mistero della morte di Cesare Augusto: è simile a quella di Tivoli. Lo scrive non il Corriere dei Piccoli ma il Corriere del Mezzogiorno, inserto campano del Corriere della Sera.
Gli scavi nel sito archeologico sono ancora in corso, e quanto portato in luce finora, circa 2000 mq, è solo una parte dell’intero monumento romano. Per questo motivo, la Villa è aperta ogni anno ai visitatori solo in alcuni giorni e solo alcune aree dell’edificio sono visitabili. Si tratta di un’importante occasione a livello turistico e di valorizzazione culturale e territoriale per la città di Somma.
Le strutture finora scoperte dell’ampio sito archeologico, datato alla prima età imperiale ed attivo fino al V secolo d.C. con l’eruzione del 472, detta “eruzione di Pollena”, ed è noto come la cosiddetta “Villa di Augusto”. Lo scavo della villa, in località Starza della Regina a Somma Vesuviana, è stato avviato nel 2002, nell’ambito di un progetto portato avanti dall’Università Statale di Tokyo in concomitanza con la Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli e Pompei.
Le prime supposizioni, molto affrettate, stabiliranno che si trattava di un edificio romano, distrutto dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e che la Villa appartenesse ad Augusto dal momento che. stando alle testimonianze di Tacito e di Svetonio, l’Imperatore doveva essere morto nei pressi di Nola.