L’argomento più affascinante e di generale interesse nel campo cometario è legato alla “stella dei Magi”. Partendo dall’ipotesi che la data di nascita di Gesù sia compresa nel biennio precedente la morte di Erode (750 di Roma), presi in esame la cometa apparsa nel 749 a.C. Dal suggestivo confronto degli elementi orbitali della cometa Finsler con quelle della cometa (con essa identificata) apparsa nel 770 dell’era volgare, risulta che il periodo più probabile è di 385 anni: uno dei ritorni della cometa coinciderebbe approssimativamente con l’apparizione in Cina della cometa del 5a.C. Considerando, dunque, le tre apparizione come appartenenti alla stessa cometa, con gli elementi orbitali della Finsler e con l’epoca del passaggio della cometa al perielio, nel 5 a.C. si trova che lo spostamento in cielo della cometa non è in contraddizione con quello della stella dei Magi, riportata nel Vangelo di Matteo. Quando i Magi arrivarono a Gerusalemme, la cometa aveva raggiunto, il 14 aprile, il moto discendente ed il suo moto proprio lo portava sempre ancor più all’orizzonte nella direzione di Betlemme.Ciò posto, Gesù non poteva esser nato in dicembre, ma in Primavera, giacchè secondo le cronache cinesi, la cometa fu vista solamente per settanta giorni. In quanto al 25 dicembre, bisogna tener conto che questa data è associata alla più antica festa dell’umanità: essa è legata al solstizio invernale che fissa la rinascita del dì (dies natalis), l’inizio delle giornate più lunghe.
Alfonso Fresa nasce a Nocera Superiore in provincia di Salerno il 24 Aprile del 1901 da
Antonio e Maria Precenzano e muore a il 10 gennaio 1985. La scelta della sua carriera di
astronomo fu, come lui stesso affermò, la visione della cometa di Halley il 19 aprile del
1910 a soli nove anni mentre era in compagnia del padre su un terrazzo a Salerno per
osservare il suo passaggio. Conseguita la Laurea presso l’Istituto Navale di Napoli nel 1926,
l’anno seguente entrò all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte in qualità di assistente
volontario. Tra il 1928 e il 1934 è docente presso gli Istituti Tecnici Nautici fino alla nomina
ad Assistente presso l’Osservatorio di Pino Torinese. Nel 1931 propose al suo collega L.
Volta di battezzare l’asteroide 1191 con il nome di Alfaterna in onore della tribù abitante
nella sua città nel peiodo pre-romano, gli Alfaterni. Nel 1948 viene nominato Astronomo
aggiunto fino al 1952 quando ritorna in Campania con la qualifica di astronomo. Nel 1954
ha l’incarico di docente di Astronomia Geodetica presso l’Istituto Navale di Napoli. Nel
1957 viene nominato primo astronomo e nel 1963 diventa Astronomo Capo. Fu collocato a
riposo nel 1966. L’attività prevalente di Alfonso Fresa ha riguardato la cartografia e la fisica
lunare concretizzatasi con il volume La Luna (Milano, Heopli, 1952), questa
pubblicazione gli permise di conquistarsi la stima del mondo scientifico-accademico
internazionale. A lui si deve infatti la conoscenza “scientifica” delle influenze lunari sull’agricoltura:
taglio degli alberi, potatura delle piante, epoche di semina, la Luna ed il frumento,
travasamento del vino ed anche degli effetti delle maree sul movimento di rotazione della
Terra, sui terremoti, sulle eruzioni vulcaniche e sul magnetismo terrestre. “Presso gli antichi
le varie influenze della Luna erano ritenute indiscutibili – scriveva Fresa nel suo libro “La
luna” – tanto è vero che il nostro satellite veniva considerato come l’unico canale del cielo,
ovvero l’imbuto della natura, come lo chiamavano gli alchimisti, attraverso il quale ogni
virtù dal cielo affluisce sulla Terra.