Domenica mattina abbiamo assistito ad una chiacchierata interessante tra nocerini di grande ingegno: Angelo Verrillo e Tonia Lanzetta (sono miei buonissimi amici, ammetto senza problemi n.d.c.) Il tema ? Possibile intervento, a lavori ormai quasi ultimati, in Villa Comunale, per la precisione lo spazio concepito e progettato nel 1969, realizzato nel 1972, per essere Biblioteca (spazio comunale) e diventare successivamente spazio della Regione per corsi di formalizzazione. Il lavoro della Lanzetta su carte varie ha ristabilito una verità documentale: quello spazio, l’ex Biblioteca, è tornato nella piena disponibilità dell’amministrazione comunale. In teoria quindi si potrebbe persino abbattere, apparendo una sorta di corpo estraneo che sottrae spazio degno di utilizzo diverso. In teoria, appunto. Nella pratica c’è da fare i conti con l’eredità artistica dell’autore: l’architetto Vittorio De Feo (Napoli, 1928 – Roma, 2002).
LA STORIA- De Feo consegue la laurea in architettura nel 1955 e dal 1956 insegna a Roma, diventando poi professore incaricato di Composizione Architettonica allo IUAV di Venezia e successivamente insegna la stessa materia a La Sapienza e alla Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Tor Vergata di cui è anche uno dei fondatori.
Accanto al lavoro progettuale ha diretto e coordinato numerose ricerche finanziata da M.P.I. e dal C.N.R. su temi di composizione architettonica e storia dell’architettura ed è stato accademico nazionale di San Luca. I suoi progetti e le opere sono stati pubblicati da riviste internazionali e compaiono su testi di storia dell’architettura- Sempre presente nel dibattito architettonico nazionale e internazionale come testimoniano gli scritti, le conferenze e la presenza in mostre allestite dalla Biennale di Venezia e dalla Triennale di Milano. Fu uno degli architetti che i critici Francesco Dal Co e Mario Manieri Elia definirono come la generazione dell’incertezza: un incontro tra la continuità dei maestri del dopoguerra e la rottura del loro linguaggio. A partire dalla metà degli anni cinquanta ha portato a termine realizzazioni e ha elaborato progetti quali: 1963 – Circolo aziendale RAI, Roma; 1968 – Istituto tecnico e per geometri, Terni;
1969 – Biblioteche di Nocera Inferiore e Torre del Greco; 1969 – Villaggio dei Giornalisti, Latina; 1982 – Mensa della Facoltà di Ingegneria, Roma; 1982 – Complesso di residenze a Ponte della Pietra, Perugia; 1982-1990 – Ricostruzione del quartiere S. Giovanni, Napoli; 1991 – Restauro dell’Ambasciata Italiana, Berlino; 1997 – Sede della Provincia di Pordenone; 1999 – Riconversione dell’ex chiesa di Santa Marta a Venezia in polo di servizi; 2002 – Chiesa universitaria di San Tommaso d’Aquino, Roma.
LA SITUAZIONE – Nocera può disfarsi sic et simpliciter di un “De Feo” pur in assenza di un vero e proprio vincolo ? Apriamo il dibattito, chiediamo il parere in particolare di architetti, addetti ai lavori ma pure le considerazioni estetiche del singolo cittadino. A Verrillo, ad esempio, volumetria e staticità permettendo, stuzzica l’idea di trasferire in quello spazio la cassa armonica di via Rea, rimasto monumento cittadino al “volevo ma non ho potuto e saputo”, idea che qualche anno fa lanciò anche Donato Fioretti. La cassa armonica o cassa di risonanza ha la funzione sia di aumentare l’intensità del suono prodotto, sfruttando il fenomeno fisico della risonanza. Aspettiamo altri contributi, magari aggiungendo, finanziamenti cospicui permettendo, proposte per la dirimpettaia caserma rossa. (m. m.)