“ Posa della prima pietra” Scuola Manzoni Pagani : passato ,presente, ma soprattutto guardiamo al futuro Alle 11 di oggi 11 marzo ’23, ci sarà il momento inaugurale dei lavori di rifacimento e messa in sicurezza della “ Alessando Manzoni” la scuola di tantissimi paganesi, me compresa. In tempi non brevissimi, 500 giorni pari a circa un anno e mezzo, la scuola tornerà a funzionare. Stanno già iniziando i “recuperi memoriali” di un passato che ci sembra bello solo perché eravamo , poi giovani e tutto quello che riguarda la nostra gioventù ci sembra migliore del presente.
Certo, sono la prima ad essere mossa da queste distorsioni emotive, che possono spingere a scrivere, ma non devono essere il presupposto per ragionare in senso politico = per la POLIS .
Se è bello ricordare la nostra scuola, la villa comunale , i nostri maestri, deve comunque essere chiaro alla ragione di tutti ( non al sentimento ) cosa era non l’edificio scolastico , ma la scuola elementare del passato.
Moltissimi maestri ( anche le Suore) usavano metodi coercitivi e violenti, picchiavano senza problemi con il plauso sociale e l’approvazione dei genitori. Nella mia classe , tutta femminile, all’epoca era così, anche con ingressi separati per maschi e femmine ( così denominati) , “abbuscavano” regolarmente sempre le stesse bambine, guardacaso (espressione cara alla mia maestra) appartenenti a famiglie in difficoltà o semplicemente “ciucce”, definizione accettata e condivisa. Quando eri particolarmente ciuccia , ti piazzavano in testa lunghe orecchie e ti facevano fare il giro della vergogna nelle varie classi.Da me è capitato, spero non fosse uso comune. Alle elementari, si bocciava consuetudinariamente.
Eravamo tantissimi bambini, quelli nati negli anni ’60, le scuole non bastavano per tutti: si facevano i doppi turni, obbligatoriamente. La mia classe per cinque anni al mattino, la classe di una mia amica sempre al pomeriggio per cinque anni.
Le nostre maestre, le ricordiamo comunque perché tali, si erano accordate, conciliando così la loro vita professionale e quella privata, le altre classi ruotavano, un mese al mattino e un altro al pomeriggio : immaginate oggi se questo sarebbe stato non dico possibile, ma solo pensabile. Todo cambia, OK, ma cambia lentamente e soprattutto il cambiamento è irreversibile, a mio parere chi rimpiange la scuola del passato, rimpiange il proprio passato, rifiutandosi di usare la ragione, abbandonandosi a una visione bugiarda e autoconsolatoria. Le difficoltà ovviamente esistono, ma fondare l’interpretazione dei fatti su bias cognitivi non è la cosa giusta. Torniamo al presente, ci si lamenta che il Corso è spopolato, che le saracinesche dei piccoli negozi si abbassano sempre di più , come se fosse colpa di qualcuno , ignorando che si tratta di un fenomeno strutturale delle economie occidentali. Non si può vuotare il mare con un cucchiaio, lo dice S.Agostino , uno scoglio non può arginare il mare, concorda pure Lucio Battisti. Fatta la necessaria premessa, invito a considerare che Pagani è vivo in prossimità delle Scuole, se c’è una scuola intorno si crea “movimento” anche economico, e forse non è un caso che il cuore di scambi commerciali e sociali si sia nel tempo spostato verso Piazza Sant’Alfonso. Le mattine estive paganesi “troppo azzurre” sono solitarie quando le scuole sono chiuse, lo abbiamo notato?
Consideriamo ora il “dimensionamento scolastico” obbligatorio nel prossimo biennio. A Pagani è urgente e necessario, anche per le Casse comunali, comporterà la soppressione di qualche “autonomia scolastica” e la razionalizzazione del servizio offerto alla cittadinanza. Un passaggio delicato che in Regione Campania non è stato mai preso in carico, si sa è un tema caldo e nessuno se ne è preso la responsabilità, non a caso la Campania è la prima regione che “perderà” ( è scritto nella Legge Finanziaria) più di 100 autonomie nel prossimo anno e poi ancora., con parametri di dimensionamento ancora non chiarissimi, ma molto pesanti. Se aggiungi il calo verticale delle nascite e la “povertà” del tessuto sociale ed economico che non rende appetibile Pagani a famiglie di immigrati, come avviene nei paesi limitrofi, si può pensare, sulla base di dati e proiezioni da costruire a brevissimo termine, di prefigurare il numero complessivo di studenti della primaria e la conseguente azione di “revisione “ strutturale della scuola di base ( e non solo) del nostro territorio. Quanti sono i bambini, quante classi sono prefigurabili, quante scuole ci “serviranno” ? questo e moltissimo altro toccherà studiare e mettere a sistema. Se non ora, quando?