“È il momento per tutti, a partire dall’attuazione del Pnrr, di mettersi alla stanga”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, concludendo il suo intervento alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio, a Firenze, e citando Alcide De Gasperi che con questa espressione invitava i dossettiani della Dc a dare un contributo fattivo all’azione del partito.
Rivolgo un saluto di grande cordialità al Cardinale, al Presidente della Corte costituzionale, ai Ministri presenti, al Presidente della Regione, alla Vice Sindaco, al Presidente della Cassazione, a tutte le autorità e a tutti voi, signori Presidenti delle Camere di commercio. Intervengo volentieri all’apertura di questa prima edizione della Conferenza nazionale degli enti che guidate. Ben oltre un secolo di vita caratterizzano questa vostra rete che ha unito, sin dall’inizio, le esperienze sul territorio nazionale e Camere di Commercio rappresentative dei nostri imprenditori all’estero. Ma il vostro ruolo, con questa lunga durata ed esperienza, rimane giovane. La spiegazione è facile presumere che risieda nel vostro essere permanente espressione della società che cambia, che si rinnova, si trasforma attraverso le categorie economiche e progredisce in dialogo con le istituzioni. Ne è conferma il tema che avete posto al centro di questo incontro, di questi due giorni di riflessione: “Progettare il domani con coraggio” come lei, Presidente, ha poc’anzi rammentato. Vogliamo – volete per la vostra parte – contribuire a costruire una società innovativa, più inclusiva, più internazionalizzata. Anche questo riprendo dalle parole del Presidente Prete. Le Camere di commercio sono consapevoli di essere parte della Repubblica, ricomprese nel perimetro della sua azione, protagoniste e corresponsabili nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo del nostro Paese.
Progettare significa avere acuta percezione dell’oggi – con i suoi pregi e con le sue insufficienze – e avere visione del futuro. Non sono tempi facili, a partire dalla guerra in atto che in Europa sta turbando e alterando il nostro presente e minaccia le condizioni di indipendenza, libertà e benessere faticosamente costruiti dopo il Secondo conflitto mondiale, soprattutto attraverso la scelta lungimirante dell’unità europea. Tuttora viviamo anche le conseguenze del dopo pandemia, ma il nostro sistema economico, come è stato poc’anzi ricordato, è stato capace di sorprendere e dimostrare capacità di ripresa inattese. Il Paese vi è riconoscente per il ruolo che avete svolto, così come è grato alle innumerevoli serie di imprenditori, di lavoratori che operano nelle imprese; imprenditori, lavoratori che di questo risultato sono attori. Poc’anzi ricordava il Presidente Prete che il nostro sistema è un sistema globale e locale. Sono le costellazioni del nostro sistema delle imprese che richiamano in tutto il mondo attenzione. Accanto ai “campioni”, è l’esperienza dell’agglomerato delle piccole e medie imprese ad attirare l’interesse, in America Latina come in Africa, dove mi sono recato più volte anche da recente. Si tratta di un modello di rapporto tra economia e territori che viene guardato ovunque, con attenzione, cercando di riprodurlo. L’Italia, in questo momento, è protagonista di un importante cambiamento, reso possibile tramite i programmi che l’Unione europea ha propiziato con il Next Generation EU. È un lavoro che vi riguarda per l’impegno che avete, per la vostra parte, assunto. Si è trattato di un passo importante in sede europea, con il passaggio da obiettivi di pura stabilità economica a obiettivi di crescita solidale e sostenibile.Vi è coerenza nel disegno per il futuro tracciato dalle istituzioni europee: Parlamento europeo, Commissione, Consiglio. E l’Italia è giustamente orgogliosa di avere la responsabilità di esserne parte trainante.
Oggi, in particolare, con le conseguenze dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, si stanno, tuttavia, determinando conseguenze pesanti anche sul terreno economico, con fenomeni di inflazione che possono mettere in discussione la ripresa.È una sfida che riguarda tutto il nostro sistema. Dobbiamo saper avvicinare le aziende, anche quelle di minor dimensione, alla digitalizzazione, alla internazionalizzazione – come state facendo, come poc’anzi ha detto il Presidente Prete -, avvicinandole all’accesso a fonti di finanziamento eque e affidabili, valorizzando il nostro risparmio. Sappiamo che partecipazione e unità sono essenziali per la coesione. La dimensione della crescita da sola non basta: perché non può esservi divaricazione tra economia e società. Le Camere di commercio sono diffuse nell’intero territorio nazionale, e non sfuggono certamente alla vostra capacità di osservazione, di analisi e di intervento, oltre alle diseguaglianze sociali, quelle territoriali che, accanto alla questione fondamentale del Mezzogiorno, ripropongono oggi temi come quelli delle aree interne, con il loro potenziale sottoutilizzato di crescita. È una grande impresa quella di assicurare il progresso di tutto il Paese. E in questa impresa siete, a buon titolo, coinvolti. Siamo, è stato poc’anzi ricordato, ai 75 anni della Costituzione. Una Costituzione largamente fondata sulle comunità delle autonomie sociali, territoriali e funzionali. Partecipazione e unità, ripeto.Quelle che ci indica, appunto, la Costituzione all’articolo 118: favorire “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.Siete un’istituzione nata dal basso per lo sviluppo, le cui radici sono antiche. Lo hanno ricordato anche il padrone di casa, il Presidente Bassilichi e il Presidente Giani. Nel ringraziarvi per il vostro impegno, mi permetto di rivolgere a voi l’invito che, in un contesto ben diverso, Alcide De Gasperi rivolse nel dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e, insieme, edificare un’autentica democrazia.È il momento per tutti, a partire dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di “mettersi alla stanga”.