Il progetto, la cui realizzazione si collega alla necessità di essere, come Papa Francesco sostiene nella Evangeli Gaudium, Chiesa in uscita. I servizi offerti vorrebbero essere un’opera segno, una concretizzazione che il nostro vescovo indica nella sua ultima lettera pastorale, “In compagnia degli uomini”. “Un’opera, cioè, che risponda ai bisogni degli uomini e delle donne che vivono questo tempo guardando al contempo al futuro ed investendo sui giovani, sui beni comuni e sull’idea di comunità per imboccare fattivamente, da annunciatori autentici del Vangelo, la strada della solidarietà e della fraternità, l’unica possibile per il futuro, alla luce della coraggiosa testimonianza di Papa Francesco”, scrive Don Luigi Milano.
“Finalmente – prosegue – in data 5 novembre 2022 è stato possibile inaugurare la cucina con la scelta di stare insieme la domenica, invitando al pranzo solidale domenicale chiunque fosse nel bisogno; la risposta è stata subito molto significativa, ma ciò che ha stupito è stata l’adesione di volontari ai servizi sia di cucina che di sala che oggi hanno raggiunto un numero superiore ai duecento. Siamo in attesa della conclusione dell’iter burocratico per le autorizzazioni regionali onde poter intraprendere anche il percorso formativo di giovani che resta forse l’aspetto più significativo della realizzazione di quello che pochi anni fa sembrava un sogno irrealizzabile”.
La premessa
“L’esperienza vissuta nei mesi in cui la pandemia ha costretto tutti noi a mutare radicalmente le nostre abitudini ed i nostri stili di vita mi ha consentito di entrare in un tempo molto ridotto nel cuore della comunità che mi è stata affidata dall’ottobre del 2019.
Ho potuto allora comprenderne – evidenzia Don Luigi Milano – le enormi potenzialità, che risiedono soprattutto nelle tante donne e nei tanti uomini che ogni giorno, impegnandosi nel concreto, testimoniano attraverso gesti di solidarietà la loro fede in Dio e nelle donne e negli uomini del nostro tempo. Ma ho potuto anche capire le ‘povertà’ che esistono nel territorio ed i bisogni, talora nascosti, che affliggono il tessuto sociale in cui opero”.
“La parrocchia Maria Santissima del Carmine di Castellammare di Stabia (Na), anche per la sua collocazione geografica (nel centro della città) si trova ad essere punto di riferimento per tante persone che vivono anche altrove e che si recano a Castellammare per attività lavorative e altro: uomini e donne senza fissa dimora, gli ambulanti e i cittadini dell’Europa dell’Est e di alcuni paesi africani che talora frequentano la nostra città, in quanto nei giorni di festa raggiungono altri connazionali che vivono a Castellammare”, aggiunge.
“Ma accanto a queste povertà vi sono anche tanti altri bisogni non meno importanti in una prospettiva di costruire relazioni umane: molte sono le persone sole, talora benestanti e/o anziane, che vivono una povertà affettiva e sociale; tantissimi i giovani che hanno lasciato gli studi e che non hanno attività lavorativa e neppure una prospettiva di lavoro in quanto il territorio in cui vivono, per quanto ricco di bellezza e risorse, non è stato mai posto al centro di un progetto di sviluppo serio”, rimarca.
Il progetto
“L’analisi di questa realtà ha indotto me e i laici con cui collaboro ad elaborare un progetto, quello di una Cucina solidale con spogliatoi per senza fissa dimora. La cucina solidale e cioè l’allestimento di una struttura nella quale poter svolgere corsi di formazione alla cucina professionale da parte di giovani guidati da chef e docenti di istituti turistici- alberghieri e al contempo offrire il prodotto dell’attività formativa a persone senza fissa dimora, famiglie in stato di bisogno che potrebbero accedere ad un servizio mensa. La cucina solidale vuole essere anche un modo per fare della convivialità una dimensione attraverso la quale far crescere la comunità coinvolgendo in essa persone sole, giovani che nell’attività di servizio concreto possano essere aiutati a scoprire il sento autentico della vita. Da qualche mese ospitiamo un’associazione che si occupa di bambini e ragazzi con diverse abilità che sta realizzando, attraverso la guida di professionisti del settore, un percorso formativo di cioccolata, pizza e pane”, spiega.
Gli spogliatoi e la lavanderia. “Di fondamentale importanza è poi – conclude don Luigi Milano – l’allestimento all’interno dei locali di spogliatoi con docce e di un locale attrezzato con lavatrice e asciugatrice. Quello dell’igiene personale e degli indumenti è un problema che le persone bisognose e i senza fissa dimora vivono e che raramente trova risposta anche nelle strutture di accoglienza caritatevoli presenti sul territorio”.