Del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, solo il 6% dei finanziamenti è stato speso e solamente l’1% dei progetti è stato completato. Inoltre, il 65% dei progetti passa dai Comuni e il 60% di questi passa dai Comuni con meno di 5.000 abitanti, con notevoli difficoltà nella gestione dei progetti stessi. I dati emergono dallo studio condotto dall’Osservatorio Pnrr di The European House – Ambrosetti, presentato alla 34esima edizione del Workshop “Lo Scenario dell’Economia e della Finanza” organizzato a Villa D’Este a Cernobbio (Como).
L’indagine è iniziata nell’aprile 2021 ed è proseguita con l’obiettivo di monitorare, a due anni dall’avvio, l’implementazione del Piano, l’andamento degli investimenti e valutare l’impatto del Pnrr sulla riduzione delle disuguaglianze.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presente a Cernobbio, ha affermato che “si sta valutando un provvedimento per migliorare l’organizzazione della struttura della Pubblica Amministrazione per il Pnrr. L’attuazione del Pnrr è la priorità del governo” – ha sottolineato – anche se “concordo sulla necessità di effettuare un’analisi che consenta di avere un quadro preciso sulla realizzabilità complessiva degli interventi previsti per migliorare, quanto possibile, gli aspetti più problematici e nel caso rivedere i piani iniziali”.
Giorgetti ha ricordato che si tratta “di una posizione per me non nuova e già espressa in qualità di ministro dello Sviluppo economico”, per cui “osservo, in questi giorni, polemiche che non hanno alcun senso. Rispetto all’impostazione iniziale – ha osservato – c’è stato lo scoppio di una guerra nel cuore dell’Europa con i riflessi in materia. E se proprio vogliamo trovare una causa della difficoltà di implementazione del Pnrr dobbiamo trovarlo semplicemente nello stress a cui abbiamo sottoposto la struttura burocratica della pubblica amministrazione che probabilmente non era e non è all’altezza di sostenere questo tipo di choc di domanda”.
“Le garanzie sono invece allo studio del Mef – ha proseguito – è una proposta che vorremmo portare anche in Europa per contribuire a migliorare il sistema che permette alle imprese, soprattutto quelle che affrontano grandi progetti infrastrutturali, di avere un sistema più ‘friendly’ e avere la possibilità quantomeno di partire con il cantiere, altrimenti oggi diventa complicato”.
Sul Pnrr dell’Italia ha parlato anche il Commissario dell’Ue all’Economia, Paolo Gentiloni: “Sono ottimista, però le decisioni vengono prese quando la Commissione dà un parere favorevole e questo avverrà nel giro di pochissime settimane”. Decisioni che la Commissione, ha sottolineato, prenderà, “mi auguro, senza difficoltà tenendo conto che la stragrande maggioranza degli obiettivi sono già raggiunti e poi ci vuole l’approvazione finale”.
Sulla terza trance all’Italia da circa 19 miliardi, “io non sono preoccupato affatto per l’erogazione richiesta a fine dicembre, penso che i punti che sono ancora da chiarire saranno chiariti”. Del resto – ha concluso – “vedo grandissima buona volontà da parte del governo. Il punto che sappiamo tutti, è che l’assorbimento di risorse così ingenti non è facile in Italia e quindi man mano che il piano va avanti la strada diventa più impegnativa ma anche più risolutiva dal punto di vista economico”.