L’Unione Europea premia l’impianto di compostaggio della frazione organica dei rifiuti del Comune di Salerno per l’alta qualità progettuale ed operativa. Un riconoscimento ufficiale consegnato dal ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, in visita alla struttura insieme al presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Scena vecchia, la guardammo personalmente in diretta. Caldoro non è più Presidente regionale, lo è invece De Luca che all’epoca si “limitava” a comandare Salerno. Barca, comunista figlio d’arte (suo padre Luciano fu senatore dal 1963 al 1987), a quel tempo rappresentava il governo Monti (onestamente, più austero ma meglio di Draghi, Barca dal novembre 2011 all’aprile 2013 è stato ministro senza portafoglio con delega per la coesione territoriale). L’altra sera Barca, in tv, ha presentato il suo libro in uscita. “Disuguaglianze e Conflitto, un anno dopo” (Donzelli Editore, pp. 144, euro 9,50), seconda edizione ampliata con un’analisi a tutto campo delle evoluzioni della politica italiana e del contesto internazionale con l’esplosione del conflitto russo-ucraino (“Siamo di fronte a un disastro mondiale, dell’Est e dell’Ovest, che non avviene per un «grande disegno strategico», ma per il succedersi di circostanze e del prevalere di alcuni approcci”). Barca, parlando invece della situazione italiana in materia di opere e Pnrr (quindi omissioni), ha ricordato l’assoluta inadeguatezza di amministrazioni sia centrali che locali nel progettare ed eseguire, quindi nell’evitare di sprecare i fondi. Ha posto l’accento sulla necessità, che precede ogni discorso serio, di collaborazione istituzionale anche quando le colorazioni politiche sono diverse. L’ha fatto citando i colloqui continui con Caldoro all’epoca dell’impianto di compostaggio salernitano e parallelamente c0n De Luca. Il sottoscritto ricorda quel giorno salernitano di diversi anni fa, sembrava la foto di qualcosa di realmente nuovo. Invece è diventata la foto del “quando voglio posso ma accade rarissimamente”. Ai giorni nostri, appena s’insedia un governo scoppia la caccia alla poltrona, senza badare alla competenza di chi c’era prima e che magari paga l’addio all’incarico solo per diverso posizionamento politico. Grandi e piccoli enti diventano un modo per accontentare gli amici, i fedelissimi a volte persino fidanzati e fidanzate. Nemmeno la nostra categoria è esente da peccato: andate a dare un’occhiata agli staffisti, sia al Parlamento Italiano che a quello Europeo (scorgerete nomi vecchi e nuovi che fan man bassa di soldi pubblici, giornalisti compresi).