Non un carrozzone che ricordi il passato ma una cabina di regia moderna agile e snella. Cabina di regia vuol dire Coordinamento, come da peculiarità normativa regionale. Prima riunione pre-operativa dei sindaci dell’Agro, a poche settimane dal varo da parte della Regione di quel Masterplan che potrebbe rilanciare un intero territorio. No al carrozzone vuol dire evitare una direzione “complessa”, una sorta di poltronificio, roba che inficiò nei decenni scorsi i pur lodevoli tentativi di base di Patti e robe simili. Alla riunione di ieri mancava qualcuno per impegni già presi in precedenza. Ovviamente la “giustificazione” assoluta era per Scafati, al momento amministrata da un commissario prefettizio. n dirittura d’arrivo la bozza di programma della Conferenza dei Sindaci per la redazione del Masterplan dell’Agro.
Accennati alcuni temi: sicurezza (presenti Lanzara e Pagano bersagli dei recenti atti intimidatori), mobilità, trasporti, ambiente, dissesto idrogeologico. Sicurezza nel senso specifico di legalità: prossimamente ci sarà un incontro pubblico col Prefetto di Salerno Russo, il Questore Conticchio, i vertici di Carabinieri e Guardia di Finanza, il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore Centore, l’assessore regionale alla Sicurezza e alla Legalità Morcone-
La Regione Campania ha scelto il Masterplan come strumento pianificatorio e programmatorio utile allo sviluppo economico di aree nodali del proprio territorio. L’occasione offerta dal Masterplan consente di dotarsi di uno strumento capace di innescare processi di riqualificazione territoriale, ambientale e paesaggistica, che producano rilevanti risvolti economici ed occupazionali. La strategia di attuazione si definisce attraverso un processo che vede il coinvolgimento degli attori istituzionali e dei soggetti privati. Dal 2014 al 2020 sono nati e sono già diventati operativi: il Masterplan Litorale Domitio-Flegreo, il Masterplan Litorale Salerno Sud e il Masterplan Litorale Cilento Sud. Quello dell’Agro è di recente approvazione, assieme a quello per la Valle Ufita.
La storia – Muoversi tra lo sviluppo e la tutela, tra il degrado e la capacità di prefigurare scenari in cui comporre le diverse e spesso contrastanti istanze territoriali: questa la base su cui si sono mosse in questi anni le strategie regionali per definire l’importante strumento di pianificazione che è il Piano Paesaggistico Regionale, nel quale trova spazio per l’applicazione sperimentale di alcuni e puntuali elementi programmatori il Masterplan, un termine ampio non meno che vago, che nel farsi della sua azione progettuale e programmatoria sta trovando una precipua e singolare definizione, fortemente ancorata alla realtà dei fatti, alla definizione di una strategia, alla individuazione dei tempi e delle risorse necessarie a realizzarla.
Il termine venne introdotto nel dibattito regionale da una delibera di Giunta del 2016 che intendeva ricorrere ad uno scenario di area vasta attraverso cui comporre le difficoltà e le occasioni di sviluppo della fascia costiera della Regione Campania, attraverso “strumenti di pianificazione integrata per ambiti rilevanti di territorio campano che necessitano di interventi di nuova infrastrutturazione, di riqualificazione e rifunzionalizzazione delle infrastrutture esistenti, di risanamento ambientale, di valorizzazione del patrimonio storico-artistico e naturale e che favoriscano la crescita dell’occupazione e della ricchezza”.
La struttura del Masterplan ha visto mutare nel tempo la sua condizione, trasformandosi in un vero e proprio strumento programmatorio codificato, aggiungendo al termine stesso la dizione di Programma Integrato di Valorizzazione introdotto dal testo di modifica della Legge regionale del Governo del Territorio, approvato in Giunta regionale nell’ottobre del 2019 che all’articolo 20 lo definisce come “lo strumento di area vasta di raccordo tra le previsioni della pianificazione paesaggistica, territoriale e urbanistica e la programmazione delle risorse economiche e finanziarie in modo da consentirne la loro territorializzazione sia in termini di dotazioni pubbliche, sia di attivazione di forme di partenariato pubblico-privato.”
L’intero processo di definizione del Masterplan-PIV è stato improntato ad un approccio aperto e partecipato, che fin dai primi passi ha voluto e saputo costruire con il territorio un dialogo forte e ricco di stimoli e contenuti. Anzitutto è stato costituito un livello di governance molto leggero, caratterizzato da un Comitato di Indirizzo dove sono presenti i rappresentanti istituzionali di ciascuna delle Amministrazioni coinvolte: in questa sede sono state condivise le scelte programmatiche e strategiche del Masterplan-PIV.
Il percorso di ascolto e confronto con la comunità locale ha conosciuto una fase particolarmente significativa con la creazione del Partenariato socio-economico che ha raccolto l’adesione di oltre 180 tra soggetti ed enti rappresentativi delle molteplici anime del territorio e la formazione dei Laboratori di Pianificazione partecipata, organizzati sul territorio nella seconda metà del 2019 intorno ai temi della “Pianificazione partecipata”, della “Valorizzazione di aree e beni demaniali e beni confiscati”, della “Valorizzazione delle identità tipiche locali”, e dell’”Adeguamento del Sistema Pubblico locale”. Questa fase di confronto ha contribuito ad apportare contributi fondamentali al progetto nell’ottica dello sviluppo sostenibile dei territori interessati.