
Sono giorni caldi per quanto riguarda la revisione dei progetti del Pnrr: gli asili nido potrebbero non vedere l’approvazione dei piani entro giugno, come stabilito. Probabile dunque che il Governo voglia cambiare la scadenza e spostarla a settembre.Infatti, come spiega La Repubblica, mancano poco più di due mesi per affidare tutti i lavori. Ma le aggiudicazioni, purtroppo, fanno fatica.Se la scadenza dovesse restare giugno, sarebbe sempre più complicato arrivare a immettere i 264.480 nuovi posti entro il 31 dicembre del 2025, come concordato inizialmente con la Commissione europea.
Anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito si è mosso, attivando un tavolo tecnico ad hoc, ma potrebbe non bastare. I ritardi vengono attribuiti al Governo precedente, ma anche il numero elevato di richieste di modifica dei progetti, circa 600, ha giocato il suo ruolo. Dunque, l’ipotesi più probabile sarebbe quella di rimodulare i progetti, spostando però la scadenza a fine settembre. “Siamo molto preoccupati che tra i 27 obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno possa slittare o essere ridimensionato quello sugli asili nido”. Lo ha detto Irene Manzi, responsabile scuola del Pd e capogruppo in commissione istruzione della Camera in una nota. Orizzonte Scuola pone l’accento sulla vicenda.
“Sarebbe paradossale – prosegue – se un governo che parla tanto di denatalità alzasse bandiera bianca e rinviasse uno dei progetti centrali di investimento su una delle più grandi infrastrutture sociali del Paese: avere meno nidi vuol dire avere maggiori difficoltà a conciliare lavoro e vita. In Italia e in molti altri paesi europei, la situazione occupazionale delle donne con figli è svantaggiata. Uno degli strumenti per migliorarla è rendere più accessibili alle famiglie i servizi educativi per la prima infanzia. Il welfare gioca una chiave fondamentale nell’incentivo alla natalità”.
“Gli asili nido e la scuola dell’infanzia sono strumenti fondamentali, ancora di più nelle aree marginali. La frequenza al nido è uno dei mezzi più efficaci per combattere la povertà educativa, prevenire i bassi rendimenti scolastici e contrastare la dispersione scolastica. Per il Pd sarebbe grave se la destra rinunciasse a progetti centrali per la crescita, l’emancipazione sociale, la lotta alle disuguaglianze e a uno strumento per favorire l’occupazione femminile e la genitorialità. Mercoledì ci aspettiamo parole chiare dal Ministro Fitto anche sui progetti relativi agli asili nido”, conclude Manzi.