Come sta la libertà di stampa in Italia ? 564 giornalisti minacciati nei primi nove mesi del 2022. Nel 2022 i casi di giornalisti minacciati sono stati il doppio rispetto all’anno precedente: solo nei primi nove mesi dell’anno sono stati minacciati 564 giornalisti, il 100 per cento più dei 288 dello stesso periodo del 2021. Questi i dati di Ossigeno, l’osservatorio non governativo sui giornalisti minacciati e le notizie oscurate con la violenza. A colpire la libertà di stampa non sono solo le aggressioni fisiche e le minacce verbali: sono aumentati in modo preoccupante anche i casi di intimidazioni attraverso querele e cause per diffamazione infondate o pretestuose. In proposito, l’UNESCO nello studio appena pubblicato dal titolo “L‘uso scorretto’ del sistema giudiziario che limita la libertà di espressione” ha parlato di un “uso scorretto del sistema giudiziario”. Bisogna prestare attenzione a come vengono letti i dati: un report del Ministero dell’Interno riferito all’anno 2022 segnalava una diminuzione del 48% dei casi di minacce rispetto all’anno precedente, ma comparando questi numeri con l’analisi di Ossigeno, ci rendiamo conto che la riduzione che il Viminale riporta è in realtà dovuta al fatto che i giornalisti hanno semplicemente denunciato meno.Un segnale inquietante che deve far riflettere sullo stato di salute della partecipazione alla vita pubblica in Italia.
«Non ha paura a scrivere certe cose?», chiede una studentessa. E lui: «Ogni tanto sì». Poi uno studente gli domanda: «E allora perché lo fa?». La risposta è inequivocabile: «Perché è il mio lavoro, perché l’ho scelto. E non è che mi senta particolarmente coraggioso nel farlo bene. È che la criminalità, la corruzione, non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. Allora quello che un giornalista-giornalista dovrebbe fare è
questo: informare». Così “Fortapàsc” di Marco Risi racconta la storia di Giancarlo Siani, giornalista de “Il Mattino” assassinato dalla camorra il 23 settembre
1985 a soli ventisei anni. “Giornalista giornalista” è il tema dell’iniziativa che oggi lo ha celebrato a Salerno con un convegno e un murales a lui dedicati, in occasione della Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo, indetta nel 2008 dall’Unione Nazionale Cronisti Italiani (d’intesa con la
Federazione della Stampa e l’Ordine Nazionale dei Giornalisti). L’evento è stato voluto dalla redazione di Paperboy, progetto giornalistico-sociale nato nel dicembre del 2013, dedicato ad aspiranti redattori con disabilità. Sono intervenuti: il sindaco Vincenzo Napoli; l’assessore alle Politiche sociali Paola De Roberto;
Gianmario e Paolo Siani, rispettivamente presidente e consigliere della Fondazione Siani, nonché nipote e fratello di Giancarlo; Marcello Ravveduto, storico
dell’Università di Salerno; Ottavio Lucarelli, giornalista e membro del comitato scientifico della Fondazione Pol.i.s.; Carlo Noviello, presidente de “Il Villaggio di
Esteban”, cooperativa sociale che edita Paperboy; Umberto Adinolfi, giornalista e direttore di Paperboy e Radio Salerno Village, progetti dei quali fanno parte i vicedirettori Clemente Ultimo e Stefano Masucci.