I soliti leoni e le solite tigri da tastiera, in queste ore si sono inventati anche una sorta d no-scudetto-vax. Addirittura tirando in ballo l’articolo della Costituzione e storpiandolo: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul calcio. No, resta il lavoro come caposaldo, anche se chi oggi “storpia” fino a ieri applaudiva magari al ministro che diceva di aver abolito la povertà. Anche se ci commuove il fatto che voi usate ancora il termine “democratico”, che fondamentalmente non vi appartiene. Da juventinissimo, è stato bello assistere a distanza al trionfo del Napoli, meritatissimo, all’insegna del bel calcio, della passione, di un presidente lungimirante, di giovani campionati pagati il giusto. Ieri sera la gioia di Napoli si è estesa a tutto il globo. Poi apri i social e scopri i soliti anti-tutto. Ricordate quando Ferlaino pagò con due miliardi Savoldi prendendolo dal Bologna ? L’Italia che s’indigna per categorie e per blocchi, disse che era uno sproposito, Napoli era povera e veniva fuori dall’incubo colera. Poveri voi: il calcio non è un fenomeno sociale ma non non deborda in politica. I problemi di Napoli restano, con o senza scudetto. Le bellezze di Napoli restano, con o senza scudetto. Non vale qui e ora la famosa frase, che portò male a chi ebbe la sfacciataggine di pronunciarla: «Se non hanno più pane, che mangino brioche», tradizionalmente attribuita a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena. Siete gente in malafede, criticate l’eccesso di entusiasmo per una vittoria calcistica solamente per alimentare “odio” social, illudendovi di prolungare le becere scempiaggini scritte in era Covid e non solo. Certo, tanti di questi soggetti, non pensano al lavoro che manca (agli altri, non a loro9 quando sperperano soldi in vacanze, trucco e parrucco, palestre e magari serate luculliane. Urge esame di coscienza. Forza Napoli, Evviva il calcio (m.m.)
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