Non è il caso di scomodare Don Camillo e Peppone, come qualcuno ha fatto nel corso della lunga discussione che ha caratterizzato la seconda parte dell’odierno Consiglio Comunale, parte dedicata alla decisione da parte del Comune di acquisire, con la formula dell’acquisizione sanante, i terreni di proprietà della Parrocchia di San Giovanni Battista (Cicalesi) e dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero. La vicenda parte da lontanissimo, addirittura dal 1981, un’era amministrativa lontanissima, con responsabilità che vanno condivise da tutte le amministrazioni succedutesi in 40 anni.
Parte di via Villanova è stata realizzata su suoli della parrocchia di San Giovanni Battista, un’acquisizione mai regolarizzata da parte del Comune, condannato in solido con la Provincia. Di recente il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza di un anno fa dal Tar di Salerno. Nel mirino tre particelle per un totale di oltre 21.500 metri quadri di suoli: ne sono comproprietari la parrocchia e l’Istituto diocesano sostentamento del clero. Sono della comunità di Cicalesi 250 mq della più grande consistenza di 960 mq della particella n. 10 e di 6.784 mq della più grande consistenza di 14.832 mq della particella n. 11, mentre la particella n. 12 è stata interamente trasferita alla parrocchia. Il Comune aveva chiesto la riforma della sentenza di primo grado. Il Tar aveva accolto il ricorso della parrocchia per l’illegittima occupazione d’urgenza da parte del Comune di alcuni lotti interessati dall’ampliamento di curve e della strada provinciale numero 6, condannando Comune e Provincia a «disporre l’acquisizione coattiva e l’attribuzione del correlativo indennizzo entro 60 giorni dalla sentenza. A occhio e croce, al netto delle successive operazioni di frazionamento, ci sarebbe per il Comune una spesa che supera i 100mila euro. Più preoccupante sarebbe il seguito: in ballo, con attesa di sentenza, altri 10mila metri quadrati (quindi esborso notevolmente superiore). In più c’è un terzo contenzioso con la Parrocchia, vinto in primo grado dal Comune, riguardante la strada d’accesso alla Chiesa di San Giovanni.
In attesa di nuove interlocuzioni tra gli avvocati del Comune e quelli della Parrocchia per una definizione “bonaria” del contenzioso (fin qui le parti sono rimaste distanti), l’Amministrazione De Maio, con senso di responsabilità, ha oggi votato l’acquisizione sanante dei suoli, al di là di quel che scaturirà dal contenzioso. C’è e ci sarà – sarebbe assurdo il contrario considerata la controparte – spazio per mediare e venirsi incontro ma l’acquisizione sanante andava fatta senza indugio: così è stato. Ai voti della maggioranza, si sono aggiunti quelli del gruppo Lanzetta (la consigliera ha ricordato che nella precedente consigliatura si era comportata allo stesso modo, cioè votando con la maggioranza, per la simile questione riguardante la scuola di via Cafiero). No all’acquisizione, invece, è arrivata dall’altra parte dell’opposizione: Romano, Iannello, D’Acunzi, Odoroso e D’Alessandro.