Per evitare l’autogol alla Niccolai, oppure l’effetto Tafazzi, bisognerebbe avere un minimo di memoria storica, meglio se supportata dalle carte, Però le carte le legge all’opposizione (e non solo) solo Tonia Lanzetta. Ecco allora l’edizione riveduta e corretta, più kafkiana di Kafka, nella metamorfosi che a distanza di anni le carte hanno inesorabilmente portato alla luce. Chi oggi ha portato in aula (6 consiglieri su 9, cioè senza le firme del gruppo Lanzetta) la mozione sul no per Nocera come retroporto di Salerno è andato a sbattere contro un passato deliberato, quello 2012 firmato dal commissario prefettizio Mattei, che dava il via libera alla disponibilità per Nocera retroporto, tirando in ballo l’allora presidente della Provincia Cirielli (oggi rappresentato nell’amministrazione in carica da due consiglieri), l’attuale presidente dell’autorità portuale Annunziata, il noto imprenditore Gallozzi ma anche Zara e Romano (all’epoca in rappresentanza delle amministrazioni di Battipaglia e Mercato San Severino, realtà che assieme a Nocera Inferiore offrirono la disponibilità a diventare retroporto logistico di Nocera) e altri ancora.
Anche il predecessore di De Maio e un consigliere dell’attuale opposizione che fu braccio destro di Torquato per poche ore (il tempo di essere sfiduciati nel famoso 2011 dalle firme chieste da Cirielli ai consiglieri eletti con Bellacosa, candidato sindaco perdente ma con eletti in consiglio superiore a quelli di Torquato) in alcune dichiarazioni agli organi di stampa non si erano detti del tutto contrari alla disponibilità. Un pasticciaccio storico-politico che avrebbe esaltato la vena letteraria di Gadda. La maggioranza ne esce benissimo: non ha mai parlato di retroporto, ha emendato la la mozione dei 6 dell’opposizione ed è stata supportata dalla recente dichiarazione di Bonavitacola (espressamente scelta la Valle dell’Irno alla voce Retroporto, anche a fronte della marcia indietro recentissima di Battipaglia). Ottimo anche il passaggio del sindaco Paolo De Maio, da sempre attento a tutte le tematiche che riguardano Fosso Imperatore e in genere le zone industriali: “Dalla settimana prossima apriremo una fase d’ascolto col mondo produttivo, con annessa manifestazione d’interesse per possibili nuovi insediamenti nella zona industriale di Fosso Imperatore. Niente container, parliamo di circa 100mila metri quadrati destinati solamente alla logistica, lo abbiamo detto in campagna elettorale e lo ripetiamo adesso, superando di fatto anche la famosa delibera del commissario Mattei”, La Lanzetta ne esce benissimo. Bene pure la maggioranza. Indovinate chi ne esce male. Si va al voto alle 13,55 dopo oltre tre ore di discussione sulla “mozione così come emendata”, tra la gran pazienza del presidente Alfano e le spiegazioni della segretaria Famiglietti: 17 sì (la maggioranza più il gruppo Lanzetta), 5 no (due consiglieri si dicono non certi su quel che hanno votato, uno prima esce dall’aula e poi rientra). Urge una pausa pranzo, che arriva (nessuno prova ad emendarla).