Scritta durante la prigionia nei campi nazisti fra il 1943 e il 1945, la favola traspone su un piano poetico e fantastico memorie di guerra e affronta in forma di metafore temi quali il potere, le leggi razziali, la prigionia, il Nazismo, l’armistizio, la Liberazione.
Le Fate Sapienza, Bellona e Poesia, incaricate dal Mago Merlino di sostituirlo come padrino di battesimo, decidono, per eccesso di zelo, di triplicare il bambino in tre fratelli gemelli, ognuno dei quali eccellerà in un ideale: la Cultura, il Coraggio, l’Arte.
L’incantesimo porterà i tre prìncipi ad affrontare molte prove: l’incontro con l’Ombra, il segreto dell’Acqua, la filosofia del Numero, la lotta con l’Orco, fino a quando Merlino, stanco dei pasticci creati dalle Fate, deciderà di sciogliere la magia.
«Enigma 33, è un lavoro politico nomade e musicale sulla lontananza, una partitura di luce numerale e cinematica in variazione, un’opera sul concetto di intervallo che si apre alla memoria collettiva, raccontata a bambini e adulti dai pesci/ marionette e dalla barca “vagabondo” che se ne va per mare, accompagnata dalla fisarmonica spazializzata di Claudio Jacomucci e dalla voce narrante di Franco Mazzi che segnano il tempo e il ritmo del mare». (Lucia Romualdi)
Il titolo del lavoro è una citazione di “enigma” il dispositivo elettromeccanico, mascherato da macchina da scrivere e utilizzato dalle forze armate tedesche durante la seconda guerra mondiale per messaggi cifrati. Modificato più volte, enigma riuscì comunque a essere decodificato.
L’installazione site–specific per la Sala Assoli, è prodotta da Studio Trisorio e Casa del Contemporaneo, con il sostegno di Seda, e sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee. La musica è realizzata con il supporto del Fonds Podiumkunsten, Performing Arts Fund NL.
Hanno collaborato:
Claudio Palmisano, animazione digitale
Claudio Fabian de Rosa, ingegneria meccanica
Paolo Pittoni, assistente di studio
Lucia Romualdi è un’“astronauta”, definizione coniata per lei da Achille Bonito Oliva che da alcuni decenni ha individuato il “nomadismo” come tema caratterizzante del suo lavoro. Le sue installazioni, partiture di luce (cifre, diagrammi numerici, tabulati di marea e di stelle) che si accendono e si spengono ritmicamente, occupano interamente lo spazio con una forza innovativa e sonora di grande suggestione. Un lirismo matematico che si avvale anche di procedimenti tipici del montaggio cinematografico. Attiva dalla fine degli anni settanta in ambiti pertinenti alla ricerca concettuale, è dal 1989 che Lucia Romualdi opera in stretta simbiosi con i linguaggi musicali. Nel 1990 è iniziata la collaborazione con Franco Donatoni che in dialogo con il suo lavoro ha composto due nuovi brani (cloches II per due pianoforti, nel 1990 e feria IV due brani per accordéon, nel 1997). Ha collaborato con altri compositori contemporanei: Fausto Sebastiani (codice c per chitarra elettrica e nastro magnetico, nel 1995 – cromatico per fisarmonica, nel 1996 – melodie I, diagramma sonoro per nastro magnetico, nel 1988 – melodie II, diagramma sonoro per nastro magnetico e computer, nel 1999 – op. KM33 per interventi digitali e suoni meccanici, nel 2007); Ivan Fedele (canone infinito per nastro magnetico, nel 2002 – due notturni con figura per pianoforte e elettronica, nel 2010); Francesco De Gregori (cardiologia per voce e cinematica, nuova trascrizione nel 2014); Claudio Jacomucci (incantesimi per fisarmonica spazializzata, nel 2023). Ha collaborato inoltre con i musicisti Antonio Ballista, Bruno Canino, Stefano Cardi. Le sue opere sono state esposte in diversi spazi pubblici con una forte connotazione storica e monumentale: Aquarium Neapolitanum (1977), stanze allagate di Palazzo della Cancelleria a Roma (1992), Osservatorio Astronomico di Roma (1998), Castel dell’Ovo di Napoli (2003), Sinagoga di Sămorín in Slovacchia (2010), Sala Gessi del Museo Andersen di Roma (2010-2011), Maschio del Forte Michelangelo di Civitavecchia (2013), Clausura delle suore Agostiniane ai Santi Quattro Coronati in Roma (1995), a cui si aggiungono importanti musei d’arte contemporanea come il Palazzo delle Esposizioni di Roma (1993-2000), il Marshall Field’s di Chicago (1982), il Frederick R. Weisman Museum of Art (1993), il Recoleta di Buenos Aires (1995), il Musée Château d’Annecy (1992), il Museo Laboratorio d’Arte Contemporanea La Sapienza (1998), il Museo Pecci di Prato (1998), l’Acquario Romano (1995), la Biennale di Venezia (1988), la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (1981-200), le Orestiadi di Gibellina (2000), il MuHKA Museum di Anversa (2002), l’ ARCOS Museo d’Arte Contemporanea del Sannio (2006), il MACRO (2013) e il MAXXI di Roma (2016). Con lo Studio Trisorio sono state presentate le mostre: Diaridiacqua (1977), Enrammi (1979), Bleu marin (1981), Lucia Romualdi (1984), Musiquarium (1991), Variazione op. K10°_n (2007), Variazione op. Km 32 slow motion (2010), soundings – Lucia Romualdi & Francesco De Gregori (2014), soundings – Lucia Romualdi & Francesco De Gregori – Museo MAXXI (2016). Il lavoro soundings 2018 è stato inoltre presentato al Festival Artecinema, Teatro San Carlo, Napoli (2018). Nel 2000 Lucia Romualdi è stata nominata “Accademica” nella Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.
Franco Mazzi è nato a Modena. Frequenta lo Studio Alessandro Fersen di Roma nel biennio 1972/74. Debutta nel 1975 con l’Histoire du soldat di Stravinskji, sotto la direzione del Mº Gian Luigi Gelmetti. In Teatro, lavora nell’avanguardia storica romana con diversi registi tra i quali Memè Perlini, Giancarlo Nanni, Bruno Mazzali. Con la compagnia di Perlini ha partecipato al Maggio Fiorentino e alla Biennale Teatro di Venezia (1976), al Festival d’Automne di Parigi e al Festival Italian on stage al Cafè-Teatro La MaMa di New York (1977). Nel 1979 ha lavorato per il Teatro Stabile di Bolzano nell’Elettra di Hugo von Hofmannsthal, per la regia di Antonio Taglioni, con Piera degli Esposti. Nel 1982 fonda la Compagnia Stravagario insieme a Enrico Frattaroli con cui firma l’ideazione e la regia del primo lavoro Cosmogonia. Da allora, partecipa come protagonista a tutti gli spettacoli diretti da Frattaroli, tra i quali: Mr Bloom, da Joyce; Et chorus, da Maeterlinck; Canto fermo, da Beckett; Fluidofiume, da Joyce. Con Fluidofiume, in cui dà voce allo “stream of consciousness” di Mr Bloom, partecipa al Melbourne Festival (1989) e al Dublin Theatre Festival (1990). Ha interpretato, in greco antico, il personaggio di Edipo (1991-92) tratto dall’Oidipous Tyrannos di Sofocle, prodotto anche in versione radiofonica da Rai-Radiouno.
Claudio Jacomucci si è diplomato in fisarmonica classica con lode al Conservatoire Nationale de Grenoble nel 1992. Nel 2000 si è diplomato come insegnante di Tecnica Alexander all’Alexander Technique Centre di Amsterdam. Nel 1998-99 ha studiato la musica classica dell’India del Sud (Carnatica) al Conservatorio di Amsterdam. Ha vinto diversi concorsi internazionali come il Grand Prix International d’Accordeón di St. Etienne (Francia 1988), Trofeo Mundial C.M.A. a Cuenca (Spagna 1990), Premio Città di Castelfidardo (Italia 1990) ed Arrasate Hiria (Paesi Baschi 1994). Ha suonato in Europa, USA, Turchia, Cina, Messico, Russia, in numerosi festival e istituzioni come la Cornell University (USA), Filarmonica di Berlino, Sala Olivier Messiaen (Parigi), Het Concertgebouw (Amsterdam), Teatro alla Scala (Milano), Teatro Carlo Felice (Genova), Fondazione Gaudeamus (Amsterdam), Festival Synthése (Bourges), Nuova Consonanza (Roma), Sala Chavez – Unam (Città del Messico), Accademia Sibelius (Helsinki), Istituto Italiano di Cultura di Berlino, Amsterdam, Lyon, Ankara, Vienna, Varsavia, Copenhagen, Helsinki. È fondatore e insegnante dell’Accademia Fisarmonicistica Italiana (Amsterdam/Urbino). Il suo libro TECNICA I sulla tecnica della fisarmonica è pubblicato da Bèrben in italiano, inglese e croato. Ha pubblicato, insieme a Kathleen Delaney, il libro Mastering Accordion Technique: a new approach to accordion playing based on the Alexander Technique (2013). Vive ad Amsterdam ed è docente di fisarmonica al Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo.