“Via libera del consiglio di amministrazione Rai al pacchetto di nomine a direzioni di testate e generi proposto dall’amministratore delegato Roberto Sergio, tra le quali quelle di Gian Marco Chiocci al Tg1 e Antonio Preziosi al Tg2”. Con un linguaggio un po’ burocratico l’Ansa ha comunicato questa mattina le decisioni sui candidati proposti ieri dai nuovi vertici di Viale Mazzini. Scrive ancora l’agenzia: “Le nomine di Gian Marco Chiocci al Tg1 e di Antonio Preziosi al Tg2 sono passate con il voto contrario della presidente Marinella Soldi e della consigliera in quota PD, Francesca Bria, e del consigliere eletto dei dipendenti Riccardo Laganà. Si è astenuto invece, Alessandro di Majo, in quota M5S. Tre i voti favorevoli, sufficienti per il via libera: quelli dell’ad Roberto Sergio e dei due consiglieri di maggioranza, Simona Agnes (FI) e Igor De Blasio (Lega)”.
Nulla di nuovo dunque rispetto all’elenco di candidati anticipati ieri, quando l’unico nome a fare notizia è stato quello di Francesco Pionati, candidato alla direzione del Gr, ex giornalista del Tg1, demitiano, suo padre è stato sindaco di Avellino, arrivato alla vice direzione del telegiornale nel 2002 per poi lasciare nel 2006 per candidarsi al Senato e, due anni più tardi, alla Camera. Dal 2013 però è di nuovo in Rai come “coordinatore delle attività da realizzare per le trasmissioni regionali e nazionali (in ambito Tgr) dei prodotti forniti dall’Associazione delle TV europee Circom e da altri broadcaster” aree così periferiche, che si pensava fosse andato in pensione.
“O Pionati o morte”, racconta allibito un consigliere Rai di fronte al diktat di Matteo Salvini, gran elettore del “re del pastone”. Sul perché di questo innamoramento c’è chi parla dell’amicizia del giornalista con Denis Verdini, padre della compagna di Salvini, di cui era collega in Parlamento. A Pionati è stato fatto un gran regalo perché tra un anno andrà in pensione, chiudendo così con la carica di direttore.
A farne le spese è Angela Mariella, la fervida leghista direttrice di Isoradio, che era in ballottaggio per la stessa direzione.
L’altro fatto che ha lasciato perplessi molti consiglieri sono le ‘nomine a tempo’. Se Pionati scadrà per andare in pensione, Gian Marco Chiocci, voluto alla direzione del Tg1 da Giorgia Meloni, è nominato con un contratto di un solo anno, neanche il tempo di conoscere l’esercito di giornalisti della testata.Si dice che la scelta sia per rendere più “digeribile il fatto che Chiocci sia un esterno a Viale Mazzini”. Non è una bella immagine quella del direttore della più importante testata giornalistica nazionale e del servizio pubblico “a scadenza”. È un segnale della debolezza del nuovi vertici – l’ad Roberto Sergio e Giampaolo Rossi, direttore generale – non solo nei confronti dei politici di riferimento ma anche dell’UsigRai, che peraltro sta vivendo una turbolenza spaventosa dopo la scoperta di una ammanco di migliaia di euro dalle sue casse.
Chiocci, attuale direttore di AdnKkonos, è un giornalista attrezzato e navigato, sicuramente di destra – che però non gli ha impedito di fare fuori Gianfranco Fini, l’allora segretario di Alleanza nazionale, con l’inchiesta sulla casa di Montecarlo. Manca però di esperienza televisiva e di un mondo complesso come quello del servizio pubblico. Amico da anni della Meloni, è stato imposto dalla premier. Ed è il motivo per cui è stato digerito a fatica dall’ala Rai di Fratelli d’Italia, che avrebbero preferito Nicola Rao, già vicedirettore del Tg1, che a ottobre ha rimpiazzato alla guida del Tg2 Gennaro Sangiuliano, diventato ministro della Cultura. Rao presentato il piano editoriale che è stato approvato dalla redazione, adesso deve lasciare ed è un peccato perché stava facendo un buon lavoro, rendendo il Tg2 molto più appealing del Tg1. Sicuramente non rimarrà con le mani in mano: dovrà infatti occuparsi della ciclopica direzione Comunicazione, fino ad
oggi in mano a Pierluigi Colantoni, un creativo un po’ fuori parte.
La direzione del Tg2 va ad Antonio Preziosi il candidato di bandiera di Forza Italia. Con il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio Antonio Tajani, suo testimone di nozze, non è una sorpresa che abbia ottenuto la seconda testata della Rai, con la consigliera Simona Agnes che non faceva che sbracciarsi per lui. Preziosi lascia la direzione di Rai Parlamento, dove ha dimostrato le sue doti di ‘galleggiatore’, mettendo la sordina alla testata che a breve passerà a Giuseppe Carboni, l’ex direttore del Tg1 in quota 5Stelle. Estromesso per far posto alla Maggioni, da due anni era senza incarico. Il partito di Giuseppe Conte avrebbe voluto una testata di maggiore visibilità per il suo campione, ma Rai Parlamento è la testata di riserva accordata ai partiti di opposizione e avrebbe molte potenzialità.
Per completare il circuito dei telegiornali legati al governo: il leghista Alessandro Casarin è riconfermato alla guida della Testata regionale (Tg3 Regioni) così Salvini, che può contare anche su Pionati, avrà una grande forza di fuoco. Meloni dal canto suo non ha mollato la direzione di Rai News 24, affidata al fedelissimo Paolo Petrecca.
Lascia la direzione del Tg1, come era preparata a fare da tempo, Monica Maggioni, già presidente della Rai e ex direttore dell’all news, nota per le sue capacità diplomatiche e di relazioni. Le è stata affidata la direzione per l’Offerta informativa al posto di Giuseppina Paterniti andata in pensione. Una direzione molto onorevole a cui dovrebbe aggiungersi un programma serale di approfondimento (tipo ‘Sette storie’ che aveva lasciato per dirigere il Tg1). Dicono abbia in mente anche una factory dell’informazione on line, forse una specie di Rai News24 on line, che vedremo se e come si concretizzerà. Al Tg3 confermato Mario Orfeo, direttore super titolato, vicino a Matteo Renzi e al Partito democratico. E’ molto stimato da Sergio che non dimentica che è stato lui, da direttore generale della Rai, a metterlo alla guida della Direzione Radiofonia, il suo trampolino di lancio.
Per la direzione di Intrattenimento di Prime time, quella col budget più consistente dopo Rai Fiction, è stato scelto Marcello Ciannamea, già direttore Distribuzione che è un veterano della gestione del marketing e dei palinsesti. Con Ciannamea c’è il vantaggio che oltre a essere un bravo manager è gradito alla Lega, che lo ha proposto anche per fare l’amministratore delegato. Prende il posto di Stefano Coletta, area Pd, che si è bruciato con la decisione di affidare, quasi fosse appalto, il Festival di Sanremo alla coppia Presta-Amadeus.
Coletta si scambia di posizione con Ciannamea. Sergio gli aveva proposto la direzione Marketing, ma lui l’ha rifiutata ottenendo molto di più. La distribuzione infatti è strategica per il funzionamento dell’organizzazione dei Generi e Coletta, già direttore di Raitre, di Raiuno e del Prime time ha le competenze per governare il processo.
Un dirigente di forte impronta FdI è Angelo Mellone a cui viene affidato il Day Time, direzione di grande influenza perché sovrintendente i programmi di infotainment più visti e popolari, quelli che impattano veramente sull’opinione pubblica. Ed è lì che si capirà la narrazione che sarà capace di sviluppare la destra meloniana alla Rai.
In precedenza vicedirettore di Raiuno, con la responsabilità su programmi quotidiani e qualche sortita in prima serata, i suoi lavori più noti sono i programmi dedicati al territorio, cibo, come le seguitissime ‘Linea Verde’, in onda dal 1981, e ‘Linea Blu’, in onda al sabato dal 1994. Melloni è amico di Rossi, e tra i tanti che aspiravano al trono di Rai Fiction che invece rimane alla sperimentata Maria Pia Ammirati.
Melloni, raccontano a Viale Mazzini, nemico di Serena Bortone avrebbe chiesto la testa della conduttrice di ‘Oggi è un altro giorno’, programma di discreto successo, scommessa vinta da Coletta quando era direttore di Raiuno.
E’ probabile che nei nuovi palinsesti ‘Oggi è un altro giorno’ verrà cancellato e che Bortone, che ha un suo pubblico molto affezionato, sulla scia di Fazio, vada a Discovery.
Un altro manager di FdI piazzato in uno snodo politicamente importante è Paolo Corsini, messo a capo dell’Approfondimento, dove raccoglie il testimone di Antonio Di Bella, andato in pensione, di cui era vice diventando di fatto il direttore in pectore. Meloniano, altro amico di Rossi, ha una lunga storia a Rai Parlamento, dove ancora ricordano che il 25 aprile arrivava in redazione con camicia nera.Si trova a gestire molti programmi in mano a conduttori liberali e progressisti, e anche molto combattivi, con cui nei mesi di reggenza ha avuto discreti rapporti. Oggi avrà tirato un bel sospiro di sollievo alla notizia della decisione di Lucia Annunziata di lasciare la conduzione di Mezz’Ora in più. La Rai perde una brava giornalista e il suo programma di un giornalismo non banale e appiattito, ma indigesto a Meloni e a tutti i politici del centro destra, ha deciso di non condividere il clima di bassa lottizzazione con cui verrà riorganizzata la Rai e, pur senza avere nuovi ingaggi, ha deciso di lasciare.
Tutt’altro clima nella turbolenta realtà di RaiSport, rimasto senza direttore dopo le dimisioni di Alessandra De Stefano, per la ingovernabilità della redazione. Roberto Sergio ha voluto alla direzione Jacopo Volpi, una lunga carriera nello sport del servizio pubblico, ex conduttore della ‘Domenica sportiva’, ex inviato di ’90° minuto’ e di tanti grandi eventi, che era vice della De Stefano. La nomina, anche se meritocratica, viene data in quota Forza Italia forse perché Volpi, dicono, è apprezzato da Gianni Letta, fan della ‘Domenica sportiva’. Con Rai Sport il partito di Silvio Berlusconi fa la doppietta e pareggia con la Lega. Anche Volpi però è una nomina a tempo, perché il prossimo anno se ne va in pensione.
Invece sotto le bandiere del partito di Conte c’è Adriano De Maio, già vice del Day Time e precedentemente a Raiuno, diventa direttore Cinema e Serie tv, da cui è stato esautorato Francesco Pace. De Maio si è sempre occupato di spettacolo ma non è un esperto di serialità. Poco male tanto gli acquisti internazionali li fa da sempre Rai Cinema. Nel pacchetto dei pentastellati rientrano anche Simona Sala, che dal Day time dove si trovava bene, passa alla direzione di Radio 2, la rete votata all’intrattenimento, la più di successo in Rai, al posto di Paola Marchesini diventata direttore dello staff di Sergio. Sala è una professionista di grande adattabilità: dalla vice direzione delTg1 è andata all direzione del Gr, poi al Tg3, Intrattenimento Day Time e adesso ancora radio. Importante punto di riferimento dei grillini è però Claudia Mazzola, che lascia il Centro Studi per assumere la Presidenza di Rai Com, la partecipata che commercializza i diritti della Rai.
Non era previsto, ma alla fine Sergio ha deciso di chiudere anche la partita delle società partecipate, rinnovandone i consigli di amministrazione. A Rai Cinema è riconfermata per un altro biennio la rodata coppia di Paolo Del Brocco, come ad, e Nicola Claudio, alla presidenza. Mentre a Rai Com affianca Mazzola l’ad Sergio Santo, attuale vicedirettore di Rai Sport, che si occupa del personale non giornalistico, personaggio poco conosciuto arruolato nel centro destra tra Lega e Forza Italia.
Al Centro Studi Rai arriverà Francesco Giorgino, ex conduttore del Tg1 e vice dell’Offerta informativa, contento di salire al rango di direttore e in un contesto che gli si addice.
Per quanto riguarda il Pd non esce male nel nuovo assetto della Rai che vede confermati tutti gli importanti manager che fanno riferimento al centro sinistra. Oltre a Coletta e a Maria Pia Ammirati a capo di Rai Fiction, la maggiore voce di spesa nei programmi, la potente Silvia Calandrelli rimane a Rai Cultura; Luca Milano, super esperto di programmi per ragazzi, è sempre direttore del genere Kids, Elena Capparelli confermata capo di Rai Play e Contenuti digitali, e Andrea Montanari direttore di Radiotre. Cade in piedi Andrea Vianello che lascia il Gr a Pionati, per diventare direttore generale di San Marino.