L’eco mediatico della morte di #GuliaTramintano è rimbalzato ovunque, più dei 45 altri femminicidi di quest’anno. Questo ci dà la possibilità di parlare del fatto che la violenza maschile sulle donne non è una evento occasionale, è un fatto sistemico.
Viviamo in un mondo che tollera la violenza e che giustifica l’aggressività maschile. Molte cose lette sono giuste, altre sono orribili perché rivittimizzano. Lei doveva accorgersi, lei doveva capire, è sempre colpa di una lei mai di lui.
Lui è stressato, Lui è fragile, Lui è preda ad una tempesta emotiva, Lui non accettava la separazione. Per lui c’è sempre una scusa, per lei sempre un’accusa. Questo è violenza; perché ci dice che in fondo siamo pure un pochino cretine che non ci sappiamo scegliere nemmeno il compagno. Chi frequenti, non hai capito prima, tutte queste affermazioni sono l’ennesimo ma vestita così cosa ti aspettavi?
Alla classica rivittimizzazione si aggiunge la sequela di non tutti gli uomini. Come se il dato della normalità dovrebbe assumere un ruolo eccezionale. Quasi quasi dobbiamo pure ringraziare l’uomo che non ci picchia, chi non ci umilia, chi non ci uccide.
I più squallidi restano quelli ma la violenza sugli uomini? Come dei cechi e dei sordi, davanti ad una mattanza fatta di morte ammazzate, sfregiate, stuprate, picchiate, sotto pagate, schiave sessuali gridano in coro ma anche le donne…
Come se il ma anche potesse in qualche modo edulcorare i numeri da guerra. La guerra degli odiatori di donne, fatta dal piagnucolare degli incel all’odio dei redpill. La morte di Gulia ha scosso poi perché lei era incinta, la maternità rende le donne più meritevoli di non essere ammazzate, come se tutte le altre 45 non fossero madri, sorelle, figlie, amiche, colleghe o semplicemente Donne. Donne che, avevano tutto il diritto di vivere di non trovare la morte per mano di un lui che si sente dio signore e padrone.
In tutto questo si aggiunge la stampa…
Certi giorni veramente vorrei i draghi di Daenerys Targaryen