Quando, come ieri, parla a un serio convegno. tra lo scientifico e il politico, il ministro Nordio dovrebbe però fare più attenzione, altrimenti entra – quasi certamente suo malgrado – nella gran cagnara che contraddistingue la vita politica italiana, in maniera sempre più marcata alla ricerca di slogan e battute che riempiano i media e allontanino le soluzioni non urlate. Chi entra nella cagnara rischia di venire morsicato. Nordio ha mescolato due argomenti diversi: il
primo è la complessità della legislazione finanziaria e i danni che tale complessità produce. Essa riguarda tutti gli italiani e si traduce in incoerenze le quali, a loro volta, danno luogo a patologiche complicazioni – e talora perfino a contraddizioni – e tra articoli di leggi e di regolamenti. Spesso a questo si aggiunge anche il modo in cui le varie autorità fiscali territoriali interpretano la stessa legge o lo stesso regolamento. Tutto si traduce in un carico aggiuntivo sulla macchina della giustizia con procedimenti che possono procedere per anni. Il secondo argomento è la corruzione: a prenderla alla lettera, implicherebbe che milioni di contribuenti offrano, in un forma o in un’altra, denaro o regali ai funzionari dell’amministrazione tributaria per indurli ad accettare dichiarazioni false o comunque difformi dalla
realtà. Posto in forma più blanda ma non per questo meno grave, può significare che loro gruppi influenti ungano le ruote per ottenere norme e interpretazioni di carattere tributario a loro favorevoli. Probabilmente ci sono numerosi casi in tal senso e vanno seriamente indagati ma è difficile vedere in questo un fenomeno di massa.
Il vero problema è diverso e ha radici profondissime: il sistema fiscale italiano è terribilmente complicato e quando si cerca di semplificarlo spesso si aggiungono nuove norme senza abrogare quelle vecchie. Soffriamo da secoli del
complesso di Azzeccagarbugli di manzoniana memoria, andiamo alla spasmodica ricerca del cavillo. Guardando al di là delle Alpi, troviamo invece moltissimi esempi di sistemi fiscali che, pur essendo – come tutte le cose umane – lontane dalla perfezione, non hanno questi inconvenienti e che potremmo tranquillamente imitare; per la gestione delle entrate fiscali bisognerebbe prendere esempio da paesi come Francia, Germania e sempre agli stessi bisogna
guardare per introdurre davvero un miglioramento dell’efficienza della spesa pubblica. Il ministro Nordio e i suoi colleghi di governo dovrebbero guardare a tutto ciò con maggiore determinazione. Non a caso, il Pnrr, oltre alla realizzazione
di opere, ci chiede di modificare le norme per la loro attuazione e l’Unione Europea ci sollecita tempi certi che facciamo molta difficoltà a raggiungere. Se non dovessimo riuscirci, finiremmo per uscire, e neppure tanto lentamente, dal gruppo dei paesi di serie A,