Napoli ha dimenticato Sergio Bruni? Il celebre artista partenopeo se ne andava il 22 giugno 2003 e a vent’anni dalla scomparsa non c’è nulla che lo ricordi, né un evento istituzionale né le parole di qualsiasi soggetto cittadino deputato a tutelare la memoria dei grandi artisti che non ci sono più. L’ “allarme” lo fa scattare di buon mattino Gianni Simioli sulla sua Radiazza. Dice amaro:
Si consegnano onorificenze e cittadinanze e per lui nemmeno un ricordo. Noi e tutto il popolo napoletano siamo incazzati per la mancata organizzazione di un ricordo istituzionale, ma soprattutto per dirle non ci siamo dimenticati di Sergio Bruni, nun ce simme scurdat d’’a voce ‘e Napule.
Sergio Bruni, natali a Villaricca, autore delle più belle melodie della musica partenopea, si pensi a “Carmela”, “Indifferentemente”, ” ‘Na bruna”, “Amaro è ‘o bene”, partigiano da giovane (fu ferito ad una gamba durante gli scontri coi nazifascisti dopo aver sminato il ponte di Chiaiano) è universalmente considerato come uno dei “padri” della nuova musica napoletana. Gennaro ‘Raiz’ voce e volto degli Almamegretta e solista di successo, spiega a Fanpage.it perché è così importante il suo ruolo, la sua radice musicale:
Ascolti Geolier? E allora sappi che Sergio Bruni è ‘il nonno’ di Geolier. Dentro la musica di oggi, in maniera diversa, modernizzata, ci sono una serie di linguaggi che fanno riferimento al mondo di Sergio Bruni. Che la musica l’ha cambiata, lui come Renato Carosone.come un marocchino, un turco, un greco, ha questo tipo di vibes che lo rende estremamente moderno. Ha un tratto molto distintivo, marcato, non è uno che canta in napoletano quel che potrebbe essere anche un classico italiano, no. Lui non ha paura mai di mostrare una faccia aspra sia nell’espressione che nella pronuncia e nel modo in cui canta e trascina le sillabe.Non voglio riprendere certo la vecchia diatriba Sergio Bruni-Roberto Murolo, ma quando ascolti Bruni tu devi “farti portare”, come fosse il duende, è uno spirito più andaluso che italiano. Bruni va oltre. Lui è mio padre, io da lui ho preso, così come ha preso Geolier: la radice resta.