La solitudine, quando diventa una costante nella nostra vita, può avere conseguenze profonde e talvolta fatali. Le evidenze scientifiche mostrano che l’isolamento sociale e la solitudine sono correlati a un aumentato rischio di problemi di salute e di mortalità precoce. È un cammino pericoloso, in cui più ci chiudiamo nella nostra solitudine, più diventiamo estranei agli altri e a noi stessi.
La solitudine si insinua in maniera subdola, creando un senso di prigionia interiore.
Soli-tudine essere soli può essere un’abitudine, più sei solo più diventi solo questo è deleterio.
La solitudine ci rinchiude in un mondo fatto di paura, ricordi e tristezza, facendoci galleggiare in un mare di disperazione. Ci fa credere che nessuno potrà mai conoscere veramente l’anima che nascondiamo dentro di noi, e questa paura ci tiene intrappolati.
Ma dobbiamo resistere. Non dobbiamo dare ascolto alla sua vocina che ti sussurra <sarai sempre solo/a e nessuno ti amerà>. Non darle ascolto e rivolgiti ad uno specialista appena la vedi avvicinarsi.
La solitudine può farci sentire impotenti, ma abbiamo la forza di cercare aiuto. È importante rivolgersi a uno specialista, a un amico di fiducia o a una comunità di supporto. Non dobbiamo aspettare che la depressione o le scelte sbagliate ci trascinino ancora più in fondo, senza ritorno.
Dobbiamo affrontare la solitudine con coraggio, aprire le sbarre che ci tengono prigionieri e cercare la libertà. Potremmo inciampare lungo il percorso, ma non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo chiedere aiuto, connetterci con gli altri e costruire relazioni autentiche. Solo così potremo guarire dalle ferite della solitudine e trovare la felicità che merita ogni essere umano.
La solitudine può sembrare un nemico potente, ma non dobbiamo dargli il potere di definire le nostre vite. Siamo degni di amore e felicità. Non importa quanto ci sentiamo soli, c’è sempre speranza e supporto disponibile. La chiave è chiedere aiuto e intraprendere il percorso verso una vita piena di significato e relazioni appaganti.