Magari ora a Venditti toccherà aggiornare il verso di una sua famosa canzone.Iscritto fin da studente al Partito comunista viene espulso due volte (nel 1950 e nel 1970) per le sue idee estranee alle linee ufficiali del canone ideologici imposto dal regime del socialismo reale. Nel 1968 si schiera con il movimento di riforma della cosiddetta ‘Primavera di Praga’: dopo l’intervento sovietico in Cecoslovacchia Kundera non poté più pubblicare e nel 1970 fu licenziato perdendo il posto di docente.
Ottenuto un permesso di espatrio temporaneo per la Francia, nel 1975 si stabilì a Parigi, insegnando prima all’Università di Rennes e poi all’Ecole des hautes études en sciences sociales della capitale francese.
Dal 1969 le sue opere vennero proibite in Cecoslovacchia e da allora non concesse a nessuno i diritti di traduzione in lingua ceca. Per questa ragione Kundera subì critiche in patria anche negli ambienti del dissenso di Charta ’77. Bisognerà attendere fino al 2006 affinché Kundera dia il permesso di pubblicazione del romanzo ‘L’insostenibile leggerezza dell’essere’ anche nella Repubblica Ceca, tramite un’edizione anastatica di quella pubblicata in ceco a Toronto già nel 1985.
Espulso dal regime comunista, Kundera emigrò in Francia nel 1975 con la moglie Vera Hrabanková, che è stata accanto a lui fino all’ultimo. Nel 1979, dopo la pubblicazione de “Il libro del riso e dell’oblio” gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca. Nel 1981, grazie all’interessamento del presidente François Mitterrand, ottenne la cittadinanza francese, cominciando a scrivere un decennio più tardi nella lingua della nazione adottiva. In occasione dei suoi 90 anni, il governo di Praga ha restituito la cittadinanza ceca al grande scrittore.
Nei suoi racconti e romanzi, che gli hanno procurato fama internazionale (tra cui “L’immortalità”, 1990), Kundera ha affrontato i temi dell’attualità politico-sociale del suo paese inserendoli nella più vasta problematica della condizione dell’uomo moderno. Importanti ed influenti anche le riflessioni sul romanzo europeo contenute in “L’arte del romanzo (1986). Dalle sue opere sono stati tratti soggetti e sceneggiature, fra i quali “Lo scherzo” (1969) e soprattutto “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (1988), fim diretto da Philip Kaufman con Daniel Day-Lewis (Tomáš) e Juliette Binoche (Tereza), dove si fondono storia, autobiografia e intrecci sentimentali: ambientata nel 1968 a Praga, la storia racconta la vita e le vicende di un “quartetto” di artisti e intellettuali cecoslovacchi durante la “Primavera di Praga” interrotta dall’invasione sovietica con il proposito di “correggere fraternamente il deviazionismo” dalla buona strada socialista che aveva contagiato l’intera nazione.
Vocazione principale di Kundera è comunque quella di narratore. Il primo libro di racconti “Amori ridicoli” (1963), e i seguenti “Secondo quaderno di amori ridicoli” (1965) e “Terzo quaderno di amori ridicoli” (1968) hanno avuto un’eco notevole; nel 1970 li ha rielaborati in un volume che riprende il primo titolo. Il suo primo romanzo, “Lo scherzo” (1967), è una satira violenta e dolorosa della realtà cecoslovacca negli anni del culto della personalità. Alcuni temi dei racconti riappaiono spesso nei romanzi successivi: lo scherzo o altro accadimento minuto e spesso casuale rappresenta la trappola della storia, gli aspetti penosi dell’amore, il rimpianto, l’oblio.