Gente che accorre per difenderla, finalmente la società civile accorre e non si volta dall’altra parte.
Male però che nessuno chiami la polizia e prenda il numero di targa del veicolo.
Male anche che nessuna ragazza sia andata a vedere come stesse la ragazza nei momenti concitati della sommossa popolare. Provare a dirle vieni via con me.
Voglio poi aggiungere due cose:
1) il giustizialismo non va mai bene,
Urlare, provare a fermare l’aggressore è coretto, fare violenza no, MAI.
2) Non è colpa della ragazza.
Ho letto: eh ma lei è salita in macchina, allora pure lei…
Le vittime sono tali perché non hanno la forza
di non esserlo, prima degli schiaffi c’è sempre la violenza psicologica. Il tale faceva paura a tre uomini ed io immagino il terrore che provava lei.
Immagino che Lei sapesse che lui se la sarebbe rifatta con lei in ogni caso.
-Guarda cosa mi hai costretto a fare?
-Vedi che succede per colpa tua?
Ho letto anche io avrei dato un calcio, io gli avrei fatto…io, IO.
Questa è un bias cognitivo che si chiama “mondo giusto”. Ci convinciamo che a noi non possa mai succedere, ci fa pensare che noi avremo sempre il controllo.
Come ci dimostra la statistica della violenza questa convinzione è falsa.
Il violento non è un mostro, magari lavora, ha degli amici una famiglia è un figlio sano del patriarcato insomma.
Domani quella donna potrebbe essere ciascuna di noi, ciascuna delle donne che conoscete, per cui invece di rivittimizzare chiamate la polizia.
Autore
Redazione
Seo, pubblic relation, comunicatore. Esperienze lavorative da libero professionista esperto di finanza agevolata e consulente in materia turistica, lavoro, formazione, euro progettazione e attività giornalistica. Progettista di idee, marchi e brevetti. Autore letterario di saggi, guide turistiche e manuali tecnici operativi nel settore ricettivo. Cultura e turismo, due importanti passioni che con il giornalismo e la comunicazione sono fonti di ispirazione in progetti ed eventi ideati e prodotti