Una piacevole chiacchierata con lo scrittore più seguito del momento e uno dei suoi personaggi più amati, Bambinella.
Nocera Inferiore, sede negli ultimi due anni del workshop di approfondimento attoriale di Adriano Falivene grazie a La Quarta scena APS diretta da Francesca Bruno, l’altra sera ha ospitato il maestro Maurizio De Giovanni per la presentazione del suo ultimo giallo “Sorelle” presso la Mondadori Bookstore .
Perfettamente organizzati per rendere questo evento “intrigante” quanto l’ospite, in una sala gremita fino all’inverosimile per ascoltare i consigli dello scrittore, particolarmente gradito è stato il racconto inedito “Urgente”, regalo di De Giovanni letto personalmente ai suoi lettori; una “serata ricca di magia e coinvolgimento” in cui si è parlato di libri, di segreti della scrittura, ma anche dei personaggi televisivi de Il commissario Ricciardi e, specialmente, di Bambinella.
Dalla penna dello scrittore De Giovanni alla TV, Adriano Falivene nei panni della delicata Bambinella si afferma anche a teatro, con “Mettici la mano” per la regia del compianto D’Alatri, “una costola della saga de Il commissario Ricciardi”, come l’aveva definita lo stesso regista.
Napoletano, classe 1988, dalla singolare mimica facciale e ricca gestualità, di grande talento, nel 2009 vince Charlot Premio della critica e quest’anno il Premio Charlot per “Mettici la mano”; attore “generoso” così come nella vita, Adriano Falivene risponde accuratamente alle nostre domande.
– La recitazione televisiva e quella teatrale sono profondamente diverse: quale Bambinella la emoziona di più?
In realtà i canoni sono diversi, la ricerca della verità è la stessa: in teatro bisogna “portare” la voce e il corpo perché anche chi ha pagato il biglietto ridotto sul loggione deve sentire e capire tutto il testo, cosa che, invece, puoi evitare di fronte alla telecamera, dove si può giocare su “una lente di ingrandimento” per raggiungere un livello di intimità anche con un movimento minimo … credo che Bambinella abbia in sé la sua massima potenza espressiva in teatro, anche se il regista D’Alatri “ha reso vero un mondo” attraverso la telecamera, suggestione che riesce a rendere già Maurizio nelle sue pagine solo scrivendo.
– Com’è stato il “trasloco” dalla casa ne Il commissario Ricciardi a quella di Gnegno in Dignità autonome di prostituzione di Luciano Melchionna, passando per il seminterrato di “Mettici la mano”?
Domanda stupenda, questa! Il trasloco nella mia vita è quotidiano, da clown ho esigenza di spazi e attrezzi fuori dal comune, dalle dimensioni scomode, come la mia sfera enorme che porto sempre con me … metaforicamente passare dal teatro Diana a Castel Sant’Elmo piuttosto che al set non è un sacrificio per me, mi sembra sempre molto interessante “percorrere il sogno (il viaggio) più che arrivare alla meta”. In qualche modo Gnegno mi ha portato a Bambinella e, ora, sono due amici che mi accompagnano in questi traslochi per farli sempre con il sorriso!
– E si finisce sempre per parlare di lei, ma quanto è “ingombrante” Bambinella per Adriano?
Per nulla ingombrante, Bambinella “vive” nell’immaginario dell’inconscio di tantissimi lettori ancora prima della serie televisiva; io stesso mi sono innamorato di lei leggendo e poterle prestare finché potrò “carne ed ossa” è stato per me come un dono dal cielo e non mi offenderei nemmeno se dopo da lassù vedessi qualcun altro farlo. Il mio amato brigadiere Antonio Milo, spesso, forse citando anche Totò, mi dice che queste sono “gabbie d’oro!” … mi auguro che nel nostro paese non si finisca solo con l’etichettare un attore per un determinato ruolo, ma si possa capire l’importanza del lavoro che fa l’attore per costruire un’anima diversa ad ogni personaggio e che, quindi, lavorando con passione, si possono fare bene anche altri personaggi.
Sa quando abbiamo chiesto a chi ha creato Bambinella “se avesse già pensato a lei come attore per darle un corpo e se, dopo aver visto lei “diventare” Bambinella ritenesse che qualcun altro potesse coprire questo ruolo” cosa ci ha risposto De Giovanni?
Rispondo alla domanda molto volentieri, grazie. No, non immaginerei più Bambinella diversa da Adriano che, secondo me, è la più grande e bella scoperta di questa fiction; il lavoro fatto da Alessandro D’Alatri per trovarlo è stato perfetto, lo trovo straordinario! Non avrei pensato ad Adriano conoscendolo, ma vedendolo in scena, sì: è uno di quegli attori in grado di fare qualsiasi tipo di ruolo e io sono semplicemente felice di averlo avuto.”
E noi, siamo felici di aver incontrato il Maestro e Bambinella nei panni di Adriano!