Falsi comunisti e compagne dal filler facile, arrampicatrici sociali mascherate da femministe sinistroidi col titolo comprato o la laurea triennale presa con gli esami a crocette che citano Marx ma non hanno mai letto il Manifesto del Partito Comunista e tantomeno compreso i concetti cardine del Capitale.
La Politica era una cosa seria, vi erano i Movimenti studenteschi all’Università una volta, si divoravano i libri di Marcuse, di Sartre, di Hobbes e via discorrendo, adesso al massimo si legge Alberoni e si discute di sessuologia.
Un altro livello, insomma, obsoleto e noioso, che non va più di moda, come le labbra non ritoccate.
Non fa odience un articolo spietato che svela la mediocrità di politici e personaggi pubblici, lo so bene, prende assai più like una disamina sull’orgasmo clitorideo o sull’eiaculatio precox.
La Politica seria non esiste più neppure a sinistra, figuriamoci a destra dove già latitava: così è naturale che faccia più ascolto l’Isola dei famosi in TV rispetto alla serie di Mani pulite, o che abbia più seguito una bella donna con muso prominente che un’intellettuale démodé.
Che direzione prende il Paese?
Il Governo ci regala una card di 382,50€ per acquistare i beni di prima necessità, ma attenzione a non comprare i pannolini per il proprio neonato o gli assorbenti o ancora lo shampoo. Quelli non passano alla cassa e devi rimetterli a posto mentre tutti ti guardano con sdegno.
Maledetti coloro che impongono la commiserazione donando un obolo al popolo con la carta della vergogna che di solidale ha ben poco.
Ma la sinistra pensa all’armocromista, al botulino, agli accessori firmati, alla moda e dei problemi reali non me parla più da un pezzo.
Temi come il lavoro, la cultura, l’educazione dei giovani, la partecipazione alla cosa pubblica, l’inclusione sociale, la parità dei generi sono bannati dal linguaggio politico e ci adattiamo alle convenzioni e agli stereotipi come i vermi si adattano alla mela che marcirà. Neppure più il lambrusco alle feste dell’Unità e se citi Gramsci non sanno neppure chi sia.
La sinistra da anni tenta di ritrovare la propria identità, sento spesso dire; poi i suoi espomenti, da quelli più moderati, a quelli più estremi ( se ancora esistono ) finiscono per litigare all’interno della stessa fazione e perdono l’ultimo granello di credibilità rimasta.
Allora è più semplice per la Meloni, per Salvini, per La Russa, occupare poltrone importanti e prendere decisioni scellerate: se a sinistra c’è la bagarre o il vuoto cosmico chi vuoi che salga al potere? Se a sinistra ci sono De Luca ( ma cos’ha della sinistra storica quest’uomo? ), la Schlein, ancora Matteo Renzi e non voglio andare oltre, come pretendiamo di DIRE QUALCOSA DI SINISTRA?
Riporto la frase celebre di Nanni Moretti nel film Aprile del 1998, che mi pare emblematica oggigiorno.
Se stesso (Nanni Moretti)
D’Alema, dì qualcosa, reagisci… Dai, dì qualcosa, D’Alema, rispondi, non ti far mettere in mezzo sulla giustizia proprio da Berlusconi… D’Alema, dì una cosa di sinistra. Dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà… D’Alema, dì una cosa, dì qualcosa, reagisci… Non dobbiamo reagire, eh… Nervi saldi, dobbiamo rassicurare… A forza di rassicurare, ci arriva una bastonata il giorno delle elezioni… Ho voglia di litigare con qualcuno!
Anch’io come Nanni Moretti ho voglia di litigare con qualcuno, se necessario, e di non vedere più una politica così pedestre e una società sempre più alla deriva.
Annalisa Capaldo