La presidente della Corte d’Appello di Salerno, Iside Russo, fa sua la frase di Eleanor Roosevelt per «congedarsi» dal mondo giudiziario. Ma aggiunge: «Io continuo a sognare». Quando prende la parola la sua voce è spezzata proprio dalla commozione. Dice di non voler guardare la figlia per «evitare di piangere con lei»
Ha parole di sincero ringraziamento per tutti: dai suoi collaboratori di segreteria ai dirigenti ed ai giudici ma, soprattutto, a quanti hanno condiviso con lei il suo sogno e la sua carriera di magistrato. «Voglio scusarmi con tutti per i miei errori e ringraziare questa città, Salerno,
che per sette anni è stata la mia città. Sono stati sette lunghi anni, un pezzo della mia vita professionale e di donna, durante i quali ciò che più mi ha appassionato sono state le storie delle persone che ho incontrato ». Originaria di Lamezia Terme, Russo ha traghettato
il mondo giudiziario salernitano nel difficile momento della pandemia. Va via soddisfatta del lavoro portato a termine perché ha proiettato la Corte d’Appello di Salerno tra le prime in Italia per risultati raggiunti. Soprattutto per quanto riguarda lo smaltimenti degli arretrati. «Abbiamosuperato la soglia fissata dal Pnrr per quanto riguarda agli obblighi interlocutori – spiega – arrivando, nel settore civile, al 74,4%
rispetto al limite fissato del 55%». Poche parole, per dimostrare come, nel solo settore civile, si sia passati, per la definizione dei processi, da 8.695 del 2015 ai 3.804 di oggi conun aumento di ben l’81%. Nel penale, si è passati da 3.255 processi aperti al momento del suo insediamento ai 1.153 di oggi con l’aggiunta di due dettagli importanti: ci sono solo 27 processi aperti da due anni, mentre il numero di giorni impiegati per chiudere un dibattimento è di 340 giorni nel civile e 176 nel penale, a fronte del limite dei 750 giorni definiti a livello europeo.