Dipendente accusa il capo di molestie sessuali, la giudice lo assolve: “Lei complessata dal suo aspetto fisico”
Mi sento profondamente scossa e indignata leggendo di questa sentenza. È inaccettabile che le molestie sessuali siano minimizzate o giustificate in base a presunti “complessi” della vittima. La violenza sessuale è un crimine serio e non dovrebbe mai essere ridimensionata, indipendentemente dalle caratteristiche fisiche o psicologiche della persona coinvolta.
In queste situazioni, la vittima si trova già a dover affrontare l’orrore delle molestie subite, e poi viene sminuita e addirittura colpevolizzata dal sistema giudiziario. È una schiacciante mancanza di sostegno e rispetto per chi ha subito un’esperienza così traumatica.
Come psicologa e soprattutto come donna, so quanto sia importante per le vittime di abusi e molestie essere credute e ascoltate. La cultura del silenzio e la colpevolizzazione delle vittime rendono difficile per loro trovare la forza di denunciare tali crimini e cercare giustizia.
È fondamentale continuare a sensibilizzare la società riguardo a questi problemi, promuovendo la consapevolezza sul consenso, il rispetto e il sostegno alle vittime. Dobbiamo lottare per creare un ambiente in cui le persone possano sentirsi sicure e supportate nel denunciare abusi, e in cui le sentenze siano equilibrate e giuste, tenendo conto dell’orrore delle azioni compiute e delle conseguenze che esse hanno sulle vittime.
Spero davvero che la società possa crescere e progredire verso una maggiore comprensione e empatia per le vittime di abusi sessuali, e che queste sentenze ingiuste siano una triste eccezione e non la norma. Tutti meritano di essere trattati con rispetto e dignità, e nessuno dovrebbe mai essere giustificato per essere stato abusato o molestato.