In tema di qualità delle acque di mari e laghi in Italia, una delle voci più significative è quella di Legambiente e delle sue campagne itineranti Goletta Verde e Goletta dei Laghi che, anche quest’estate, da giugno a inizio agosto, hanno fatto tappa lungo le coste e i laghi della nostra penisola, prelevando campioni d’acqua da sottoporre ad analisi microbiologiche. I risultati dell’indagine, presentati oggi in un bilancio complessivo, indicano che su un totale di 387 campioni di acque marine e lacustri, ben il 32% è oltre il limite di legge. I punti più critici si trovano in prossimità di foci di fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano in mare o nei laghi, in particolare in Toscana, Lazio e Campania. Luci ed ombre anche lungo coste di Liguria, Marche, Calabria e Sicilia.
Mari e laghi italiani: la qualità delle acque nell’estate 2023
La mappa del monitoraggio di mari e laghi italiani. In verde: entro i limiti; giallo: inquinato; rosso: fortemente inquinato / Credit: Legambiente
La situazione di mari e laghi italiani, riassunta dalla mappa interattiva dei monitoraggi, consultabile sul sito di Legambiente a questo link, è nel complesso entro i limiti di legge in diverse località, ma molte altre sono intaccate da cattiva depurazione, scarichi abusivi e inquinamento, che restano la principale minaccia per biodiversità e salute dei bagnanti. “Preoccupa – precisa l’Associazione – lo stato di salute del mare italiano con un punto oltre i limiti di legge ogni 78 km di costa, e poi la scarsa informazione relativa alle zone dove vige il divieto di balneazione. Un mare magnum che, insieme ai laghi, si trova a fare i conti anche con la crisi climatica: dall’aumento della temperatura delle acque superficiali alle ondate di siccità all’arrivo di specie aliene come il granchio blu, e poi l’aumento degli eventi meteo estremi che colpiscono soprattutto i comuni costieri, 712 quelli che si sono verificati dal 2010 a giugno 2023 in 240 aree costiere, 186 le vittime”.
I parametri microbiologici su cui si basa l’indagine di Legambiente sono le concentrazioni di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli: in particolare, sono stati considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e come “fortemente inquinati” quelli in cui almeno uno dei due parametri ha superato di più del doppio il valore normativo.
Situazione più critica sul Tirreno, bene Ionio e Adriatico
Una condizione che da Nord a Sud si riscontra soprattutto lungo le coste tirreniche del Nord-Centro Italia, tra Liguria, Toscana, Lazio e Campania, spesso alla foce di fiumi e sbocco di canali in mare. Luci e ombre in Calabria e Sicilia, ma anche sull’Adriatico, soprattutto lungo le coste marchigiane, dove su 12 punti campionati, 6 sono risultati oltre i limiti di legge. Anche la Sardegna, alla foce del fiume Cucciani e del fiume Cedrino, i campioni sono risultati “fortemente inquinati”.
Migliore la situazione lungo le coste emiliano-romagnole, dove su 11 punti campionati, solo uno è risultato oltre i limiti di legge (foce del fiume Marano, nel comune di Riccione). Stesso risultato lungo le coste del Friuli-Venezia Giulia, con un solo campione oltre i limiti di legge (foce del Canale Rio Fugnan a Muggia). Fa ancora meglio il Veneto, dove tutti gli 11 punti campionati sono risultati entro i limiti normativi.
Piena sufficienza anche per Puglia e Abruzzo, anche se 2 campioni, entrambi prelevati nella provincia di Chieti (“gli stessi degli 6-7 anni” sottolinea Legambiente) continuano a sforare i limiti di legge (“Fortemente inquinato” il campione prelevato alla foce del fiume Alento, a Francavilla al Mare, e “inquinato” quello prelevato alla foce del fiume Feltrino, presso la Marina di San Vito Chietino). In Puglia, sono fortemente inquinate le acque alla foce del fiume Candelaro (Manfredonia).
Riguardo invece la qualità dei bacini interni, superano i limiti di legge alcuni campioni prelevati alla foce di alcuni fiumi di Piemonte e Lombardia (torrente Lagna, Meria Acqua Negra e Boesio), ma anche in Umbria (torrente Paganico) e al Sud, in Calabria, dove le situazioni più critica si registra per il lago Angitola, in provincia di Vibo Valentia.