E’ il messaggio lanciato dal vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, nell’omelia nella Basilica di Santa Maria a Pugliano a Ercolano (Napoli) che all’alba ha concluso la novena della Madonna Assunta, patrona della città degli Scavi. Nella Basilica, affollata di fedeli (in prima fila il sindaco Ciro Buonajuto con assessori) il discorso è stato incentrato su comunità, partecipazione, servizi ai più deboli: “Abbiamo bisogno di riscoprire il senso della comunità, del bene comune categoria fondamentale della dottrina sociale della Chiesa.
Ciò significa che il bene di tutti viene prima del mio bene personale e del bene di quel particolare gruppo, partito, fazione, lobby”. Insieme, tutti, “dobbiamo riscoprire anche il senso della partecipazione che vuol dire esercizio della democrazia – ha aggiunto Di Donna, ercolanese d’origine – dobbiamo partecipare alla costruzione della nostra città perchè siamo cittadini. E la parola cittadino è contraria a suddito. Chi ci governa e ci amministra non è il padrone ma il servo.
Quando uno si sente suddito ed è trattato da suddito, significa che non sta crescendo e neanche la città sta crescendo. La città non è il feudo di questo o di quello. Quando non si partecipa alla cosa pubblica non si è liberi, ci fanno credere di essere liberi ma non lo siamo: siamo sudditi”.
Sulla povertà sociale, ha rivolto un monito a tutti gli amministratori: “Non tagliate le spese sociali perché non è giusto che la crisi ricada sui poveri, sui bisognosi. In tempi di crisi le prime ad essere tagliate sono le spese sociali perché significa che non ci sono soldi. Tagliate tutto ma non le spese sociali”. Parole accolte da un lungo applauso. Un pensiero lo ha rivolto a padre Massimiliano Kolbe che il 14 agosto 1941 offrì la sua vita al posto di quella di un padre di famiglia, nel campo di concentramento di Auschwitz . Ad Ercolano la festa religiosa è legata a quella civile: il 14 agosto 1699 la popolazione si riscattò dal dominio baronale dei feudatari.