‘ O mandrullo. Una parola che mi è tornata alla mente stamattina, ripensando a mio padre che mi invitava a rimetter ordine nel “mandrullo”, la mia stanza di ragazza.
Mandrullo è un’espressione desueta del dialetto napoletano che indica il covile , la stalla in cui sono ricoverate bestie domestiche, la stalla.
Dal latino mandra = mandria,per cui mandrullo è una sorta di metonimia, uno spostamento dal contenuto al contenitore.
Se sei mandria, stai nel mandrullo, se ti mettono in un mandrullo rimani animale, anche se nasci homo sapiens. ( e poi uccidi un giovanissimo musicista e Amarena)
Non servirebbero “ eserciti di insegnanti”, non sarebbe sufficiente prevedere Il controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e schiere di psicologi cui affidare il “risanamento” sociale, non ce la farebbero perché non si può agire sul “mandrullo” , quello spazio ambientale, sociale, intrapersonale in cui ci muoviamo oggi.
Servirebbe, tanto per cominciare, “lavorare” contro la camorra e il traffico di stupefacenti, le piazza di spaccio determinano la “mandrullizzazione”, intesa prima di tutto come stile di vita.
Smettiamo di pensare che i problemi si risolvano provando a modificarne gli effetti senza incidere decisamente sulla causa prima.
Partiamo dalle basi, se no succede come a scuola, in cui continuiamo ad aumentare le ore di lezione per
“ togliere i giovani dalla strada”.
C’è un non detto in tale scelta : “ poiché non si può cambiare “la strada”, chiudeteli a scuola e fateli tornare presto a casa!”
In paesi come Pagani dove non c’è la Movida ci si lamenta per questo, dove c’è ci si lamenta per le difficoltà che ne conseguono.
Intanto quelli che rimpiangono i “valori perduti” sono gli stessi che invocano feste di piazza, aperitivi e balli di gruppo e “sporcano”, tanto devono pulire gli altri.
Tanto poi ci pensa la scuola. A scuola bisogna lavorare contro la “mandrullizzazione” , facendo diventare la scuola uno spazio “altro” , se l’obiettivo è farla diventare un centro sociale fingendo di recuperare le “devianze” , stiamo sbagliando la mira.