Sentivo parlare qualche giorno fa di una presunta rivoluzione che si sta organizzando, pare per il 30 settembre, verso ‘e sett, ‘e sett e mez.
Girano le convocazioni a mezzo social senza hashtag, nei gruppi dei bene informati, onde non incorrere nelle paventate e allarmanti censure previste dal nuovo regolamento UE che ufficialmente nasce per prevenire abusi sui minori e contenere lo strapotere dei grandi siti sull’uso dei dati personali a fini di promozioni.
Il carburante è alle stelle, la spesa è diventata un gioco continuo da fare, questo si, questo no, questo la settimana prossima se tutto va bene.
Salari e stipendi sono fermi al palo, la contribuzione dei lavoratori non ce la fa a sostenere la spesa sociale delle pensioni, la sanità va in crash al secondo giorno del mese.
E io, che come tutti mi fermo a fare benzina ormai con una certa parsimonia, non potendo nemmeno agevolmente dire che se mi sposto, ove possibile, coi mezzi pubblici risparmio, perché un viaggio Salerno- Nocera, se non salta il treno, costa 2,20, che è molto di più di quello che spendo per andarci in auto, mi chiedo come abbiano fatto il 14 luglio 1789 a espugnare la Bastiglia senza avere né Facebook, né Telegram.
Quale appuntamento si sono dati, costoro facinorosi, per riuscire a sovvertire l’ordine costituito dando avvio in Francia a una nuova epoca di liberté, egalité, fraternité?
Forse che viaggiavano pizzini invece di SMS?
Ciò che è certo, è che se oggi avessimo davanti Maria Antonietta noi la risparmieremmo, remissivi e stanchi, per effetto di un solo centesimo.
0,001 cent.
Tanto basta a nutrire la nostra resiliente accondiscendenza verso un’economia sociale che promette di essere ancora più ribollente nelle prossime settimane, con noi che vi nuotiamo dentro come quel rospo, che si accorge troppo tardi che la tiepida acqua in cui nuotava era poggiata su fiamma viva.
Certo, non è alla violenza dei rivoluzionari illuministi che dobbiamo inneggiare, al grido di “Aux armes, citoyens!”. Anzi, se abolissimo completamente qualsiasi euro destinato alle armi forse la nostra acqua sarebbe leggermente più tiepida e ci avanzerebbe qualche spicciolo per una spesa sociale più equa, per migliorare i servizi che si occupano di lavoro, di incontro domanda e offerta, per contenerne i costi.
Le impressioni di questo Settembre sono ben più dense e fumose della nebbia respirata nella famosa canzone. Ci lasciano tuttavia pieni di attese. Della piena attuazione delle nuove misure di inclusione (ma non era dal 1 settembre?), della guerra alle lobby dei combustibili che ci distraggono con le accise del 1930, pur significative, mentre impongono prezzi alla pompa ricolmi di extraprofitti, più fluidi di quelli bancari.
Ma soprattutto, di una rivoluzione che non si sa quando sarà. Forse il 30? A che ora?
No, perché è sabato, poi ci sono le partite e se è bel tempo si potrebbe ancora andare a mare e alla fine siamo stanchi di una settimana di lavoro! Ma sta rivoluzione chi l’adda fà?
Vabbè, quasi quasi procrastino. Mo ci penso ancora un po’ e la benzina casomai la faccio domani. Metti che succede il miracolo e la trovo a 1,40! Nun succer… ma si succer… il pieno alla Vespa non glielo toglie nessuno