Domenico De Masi è morto oggi a 85 anni. Era professore emerito di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma. Una malattia improvvisa e micidiale lo ha portato via.De Masi aveva scoperto la sua malattia il 15 agosto, mentre era a Ravello. Appunto, Ravello nel suo destino: era stato il presidente della storica Fondazione, era cittadino onorario, fu anche assessore alla Cultura trent’anni fa.
I medici del Gemelli di Roma gli avevano detto che gli restava poco da vivere. Lui non si era arreso e aveva continuato a scrivere e a insegnare. De Masi era uno dei sociologi più noti e stimati d’Italia. Si era occupato di sociologia del lavoro e delle organizzazioni, dei sistemi urbani e della società postindustriale. Aveva pubblicato decine di libri per Einaudi, Rizzoli, Marsilio e altre case editrici.
I suoi ultimi libri erano “La felicità negata” (Einaudi, 2022), “Lo Stato necessario” (Rizzoli, 2020) e “Smart working: La rivoluzione del lavoro intelligente” (Marsilio, 2020). In questi libri aveva espresso le sue idee e le sue proposte per migliorare la qualità della vita e del lavoro.
De Masi era nato in Molise, cresciuto in Campania e in Umbria. Si era dedicato prevalentemente allo studio e all’insegnamento. Aveva viaggiato molto, ma i centri principali del suo lavoro erano stati Milano, Sassari, Napoli e Roma.
In Brasile era molto amato e rispettato. Aveva la cittadinanza onoraria di Rio de Janeiro. Aveva tenuto conferenze in quasi tutte le grandi città. I suoi libri erano stati tradotti in varie lingue.
De Masi aveva avuto una lunga carriera accademica. Si era laureato in Giurisprudenza a Perugia nel 1960 con una tesi in Storia del Diritto. Si era specializzato in Sociologia del Lavoro a Parigi.
A Napoli aveva cominciato la sua attività accademica come assistente di Sociologia alla Federico II. Era stato anche ricercatore presso il centro studi “Nord e Sud” diretto da Giuseppe Galasso.
Si era trasferito a Milano per lavorare con la società CMF del gruppo IRI-Finsider. Nel 1966 era andato a Roma come docente e consulente di Sociologia del lavoro presso l’IFAP, Centro Iri per lo studio delle funzioni direttive aziendali.
Aveva insegnato Sociologia alla Federico II, Sociologia del Lavoro all’Università di Sassari, Sociologia generale all’Università l’Orientale di Napoli, Metodi e tecniche della Ricerca Sociale alla Federico II.
Dal 1977 si era trasferito alla Sapienza di Roma con vari incarichi. Era diventato anche Preside della Facoltà di Scienze della comunicazione.
De Masi aveva fondato la S3.Studium nel 1978, scuola triennale di specializzazione post laurea in scienze organizzative. Aveva fondato anche la società di consulenza S3Acta SrL nel 1989 e la SIT, Società Italiana Telelavoro, nel 1995.
De Masi era stato anche un volto noto della televisione italiana. Era apparso in tante trasmissioni televisive per discutere dei suoi temi più cari. Nel 2022 aveva ricevuto l’incarico della Scuola del Fatto Quotidiano.
Tra i suoi libri più noti ci sono anche “Il lavoro nel XXI secolo”, “Ozio Creativo”, “Lavorare gratis, lavorare tutti. Perché il futuro è dei disoccupati” e “Mappamundi. Modelli di vita per una società senza orientamento”.