In base al censimento permanente della popolazione legale, con riferimento al 31 dicembre 2021, in Campania si contano 5.624.420 residenti, un numero in calo del 2,5% rispetto ai dati raccolti nel 2011. È quanto si legge nel dati diffusi dall’Istat dai quali si evince che “la riduzione più significativa in termini relativi si registra nella provincia di Benevento (-7,0%), mentre solo la provincia di Caserta registra un lieve incremento (124 unità)”. In Campania le variazioni amministrative intervenute nel corso del decennio hanno ridotto il numero dei comuni da 551 a 550. Considerando le principali classi di ampiezza demografica sono 42 i comuni che hanno fatto registrare un cambio di classe demografica e di questi solo sei sono transitati in quella di ampiezza superiore: Prignano Cilento, Casal Velino, Capodrise, Lusciano, Palma Campania e Trentola Ducenta. I dati censuari del 2021 risultano in linea con quelli al 2020, con soli 160 residenti in più nella regione. A livello provinciale, spiegano dall’Istituto di statistica, Benevento perde 1.661 residenti, seguita da Avellino (-1.478 residenti) e Salerno (-1.474 unità), mentre Caserta e Napoli registrano rispettivamente un incremento di 3.142 e 1.631 unità. Tra il 2020 e il 2021 poco più del 40% dei comuni ha subito un incremento della popolazione e tra i comuni capoluogo di provincia solo Caserta registra un saldo positivo (224 unità). Invece, sono 324 i comuni dove la popolazione diminuisce: in valore assoluto le perdite più consistenti si registrano nei comuni di Salerno (-1.070), Napoli (-952) e Benevento (-584); in termini relativi nei comuni di Campora (-9,5%), Paupisi (-5,9%) e Gallo Matese (-5,4). Sotto il profilo della dimensione demografica il 58,5% dei comuni con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti non ha perso residenti. La popolazione risulta invece in calo nell’81,8% dei comuni fino a 1.000 abitanti e in 11 comuni (su 17) con più di 50.000 residenti.
“Nel 2021 gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 4,8% dei residenti (4,1% in Italia); il 15,4% possiede la licenza elementare, il 31,8% ha conseguito il diploma di licenza media, il 34,1% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 13,8% possiede un titolo accademico. Complessivamente il dato relativo ai livelli di istruzione più bassi (da analfabeti a licenza media) si presenta più alto del valore nazionale di quasi 4 punti percentuali, rappresentando poco più della metà della popolazione residente di 9 anni e più (52%)”. È questa la situazione in Campania fotografata dal Censimento permanente della popolazione legale, con riferimento al 31 dicembre 2021. L’aumento della scolarizzazione e del conseguimento dei titoli più alti hanno condotto, sottolineano dall’Istat, ad un progressivo innalzamento del livello di istruzione della popolazione campana, seppure “con divari tra le province correlati all’invecchiamento della popolazione e alle caratteristiche del mercato del lavoro. L’incidenza dei livelli di istruzione terziaria risulta più elevata in provincia di Benevento (15,5% nel complesso), seguita da Avellino (15,3%) e Salerno (15,1%), che distanziano Caserta e Napoli di 2 punti percentuali”. Nei dati sul percorso evolutivo dell’istruzione la componente femminile campana prevale fra le persone con titolo universitario (55,7% dei laureati o con titolo superiore), in particolare per le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, ma anche tra quelle prive di un titolo di studio (58,3%) e in possesso della sola licenza elementare (60,1%), nella classe d’età 65 anni e oltre.
A livello provinciale i tassi di mancata istruzione e di conseguimento dei titoli di studio più bassi (fino alla licenza media inferiore) presentano ovunque valori leggermente inferiori per i maschi, che fanno registrare un tasso massimo a Napoli del 53,2% contro il 54,6% di quello femminile. All’estremo opposto, l’insieme dei titoli accademici, che sono nel complesso più elevati per le donne, fanno registrare un valore massimo rispetto gli uomini a Benevento (17% contro 13,9% per gli uomini). Inoltre, una quota significativa di stranieri, 34 su 100, è in possesso della licenza media, con uno scarto di 2,4 punti percentuali rispetto agli italiani, mentre il 17,1% degli stranieri non possiede alcun titolo di studio, contro il 4,3% degli italiani: in queste due componenti per titolo di studio, concludono dall’Istat, le percentuali degli stranieri prevalgono su quelle degli italiani, viceversa si contano 26 stranieri su 100 residenti con diploma secondario di secondo grado (italiani: 34,5%) e 7 con titolo universitario (italiani: 14,1%).