
Un viaggio all’interno della storia della canzone napoletana, tra le intramontabili melodie più conosciute nel mondo, con lo spettacolo Passione e tanta smania per Napoli. Una serata organizzata dall’associazione “Briganti dell’Orco”, con il patrocinio del comune di Roccapiemonte, che ha anche annoverato lo scrittore tra i suoi “Soci Onorari”, mentre l’artista Biagio Salvati, membro della stessa associazione, ha fatto il calco della mano a Maurizio de Giovanni.
Dopo l’introduzione dell’associazione coi ringraziamenti ai proprietari di Villa Ravaschieri, la famiglia Coppola, e l’intervento del sindaco di Roccapiemonte il dr. Carmine Pagano che ha portato i saluti della città ospitante, la magia della serata ha avuto inizio.
Nella suggestiva cornice di Villa Ravaschieri, lo scrittore Maurizio De Giovanni in veste di voce narrante, ha deliziato il pubblico con una serata di poesia e musica della Napoli di una volta, quella che il mondo ci invidia. Il suo spettacolo “Passione” non può essere semplicemente descritto e riassunto come, comunque, cercheremo di fare, ma deve essere attraversato, per la particolare atmosfera che crea, per le emozioni così forti che si possono tagliare col coltello, per dirla con una terminologia, di certo, più consona all’autore dei romanzi neri più letti e rappresentati. Ad accompagnarlo sul palco Marco Zurzolo e il suo sax inebriante, le dolci note della chitarra del maestro Carlo Fimiani, il suono affascinante del contrabbasso di Marco de Tilla e la “voce d’angelo” di Marianita Carfora.
Si comincia con l’omaggio a Vincenzo Russo, paroliere e poeta, autore di alcuni tra i più celebri e amati testi della canzone napoletana, deceduto per una tubercolosi, purtroppo giovanissimo, a soli 27 anni, ma non prima di averci regalato ‘I te vurria vasà, Maria Marì, Nuttata a mare. Ed è a lui “A un poeta del popolo” espressione utilizzata da Maurizio De Giovanni, che la città di Benevento lo scorso 30 Agosto ha intitolato una via, proprio su richiesta dello scrittore anche alle altre realtà campane.
A Libero Bovio, lo scrittore attribuisce una grande verità, l’aver riconosciuto che l’amore è una malattia mortale, col racconto del “voto” alla Madonna della neve in “Passione” ma, anche l’orgoglio di essere nati in questa terra, nel biglietto che lascia alla moglie nel 1942 mentre moriva, un inno alle bellezze di Napoli che finisce con “dille che è stata ‘a passione mia, dille che l’aggia amata quanta a te”.
Con le storie del Signor poeta ed, in particolare, del racconto della sua super-protettiva-mamma-
Prima di salutarla, solo una domanda: prendendo a prestito le parole della giovane Elisa Avigliano, nata peraltro a Nocera Inferiore, la mia città, quando si sente più a suo agio Maurizio De Giovanni, quando scrive “nella penna e nel verso” o quando narra “nella carne e nel sorriso?”
“Io racconto le vite degli altri. Mi immedesimo e mi commuovo, ma sono sempre le vite degli altri …”
Ma preferisce scrivere in solitudine delle vite degli altri e dopo incontrare il suo pubblico o narrare in prima persona già al pubblico, come in questo spettacolo Passione?
“Non sono un attore. L’attenzione diretta su di me, e non sui personaggi, mi dà disagio.”
Non traspare, però, è un bravo affabulatore, anzi, ottimo!
E saremmo pure “gente orribile” come ci ha appellati scherzosamente durante lo spettacolo nel video allegato, ma sappiamo apprezzare le “cose belle”, specialmente quelle che offre lei, Maurizio De Giovanni, l’artista a tutto tondo più amato del momento!