Invito tutti a leggere questo screen, preso da Sex industry is violence – L’industria del sesso è violenza, su Instagram.
Non so se sappiate che esistano forum di compratori di sesso, nei quali i vari acquirenti si scambiano consigli, recensioni e racconti sulle cose che vanno a comprare, cioè i corpi delle donne prostituite, cioè le donne.
Come esiste Trip Advisor per ristoranti, alberghi e luoghi di ritrovo pubblico, così esistono app e siti dedicati ai compratori di sesso.
Senz’altro, si dirà, che nei suddetti esistano profili di singole prostitute che si offrono al mercato. Senz’altro. Ma restiamo su quello che scrivono i compratori.
Tutti quanti recensiscono le donne prostitute o prostituite alla stregua di una cena in un ristorante. Come su Tripadvisor si leggono cenni all’apparecchiatura, alla qualità delle materie prime, all’impiattatura, alla bontà delle portate e infine ai costi, così si fa per le donne che “vendono” sesso. Che non è sesso, ma solo facoltà di esercizio di potere. È il disporre completamente di un’altra persona perché si paga.
Bene, dobbiamo leggere con attenzione lo screen. A me è venuto lo stimolo del vomito, quando ho finito.
Qui si racconta un episodio di violenza fisica estrema, in cui riluce caldamente che la donna del racconto sia considerata meno di un distributore difettoso di sigarette, a cui decidere di dare calci se non dà il resto.
Sono questi, i compratori di sesso.
È di loro che dobbiamo discutere, non delle poche donne che per X motivi decidono di prostituirsi, e questi X motivi sono sempre derivanti da situazioni di povertà e di bisogno, economico o psicologico. La devo ancora trovare la figlia di un miliardario che sceglie la prostituzione come lavoro, perché è un lavoro come un altro.
Lo possiamo pure chiamare sex work, come piace attualmente negli ambienti illuminati di sinistra, ma nei fatti quello resta. Un uomo che compra il potere su un’altra persona, che è una donna. Oppure un altro uomo per lui, o un ragazzo, o un bambino o bambina, ma qui è pedofilia.
Nello screen si racconta di un compratore che fa saltare i denti alla prostituita straniera, a suon di botte, affinché sputi fuori dall’ano un anello a cui la moglie è particolarmente affezionata.
Non so, penso che basterebbe questo per vomitare.
Invece no.
C’è chi sostiene che sia un racconto inventato, probabilmente perché non è mai entrato in un forum di compratori di sesso. Cioè di violenza.
Non è fantasia, i compratori di sesso fanno questo, considerano così le persone di cui comprano l’usufrutto dei corpi.
Si può cambiare, certo, il mucchio di lettere, e dunque cianciare di sex work, perché si sa che coi termini inglesi cambia tutto, e così facendo non cambia niente.
Ma come li chiamiamo i compratori, gli sfruttatori?
Sex buyers?
E poi questi acquirenti di merce fanno come quello dello screen?
A lato, va bene considerare il sesso come una transazione commerciale? E se anche fosse, come mai non avviene mai tra uomini della stessa classe?
Io lo so che se parlo di classi non si capisce niente, perché siamo diventati ignoranti come lo sterco.
Ma la supremazia di un sesso sull’altro oltrepassa le classi, e oggi la categoria politica più storicamente vicina ai deboli e alla lotta alle ingiustizie, sponsorizza la primigenia oppressione millenaria, propagando il sex work.
Che è né più né meno che quello descritto nello screen.
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