Presenti ospiti di lusso: eredi della famiglia Mayer, i tessili venuti dalla Svizzera che “regalarono” alla città il Municipio e la Villa Comunale. Belle le parole del primo cittadino Pasquale Aliberti: ” Viva i partigiani che ci liberarono, grazie agli inglesi che si sacrificarono con la vita per la libertà di Scafati. Sono ormai pochi i reduci scafatesi di quei giorni di lotta per la libertà, per questo motivo c’è bisogno di far conoscere cosa accadde il 28 e 29 settembre del 1943 a Scafati, l’ideale sarebbe rivisitare gli attuali libri di storia, inserendo a caratteri cubitali Scafati e la sua lotta” . Prima delle parole, deposizione di corone ai monumenti commemorativi del gen.Michael Forrester e dei corrispondenti di guerra inglesi Austin, Sale e Munday-
Il 28 Settembre 1943, nel corso di violenti scontri, la Città fu liberata dalla occupazione tedesca grazie all’azione armate e un grosso lavoro d’ intelligence, delle guide Partigiane, “Gruppo 28 Settembre” gli inglesi penetrarono nel centro cittadino senza attraversare il ponte sul fiume Sarno, in piazza Vittorio Veneto (ultimo passaggio di collegamento fra le province di Napoli e Salerno) minato in precedenza dai tedeschi, riuscendo così ad evitare che quest’ultimo fosse abbattuto e scongiurando ulteriori e devastanti spargimenti di sangue. Tre unità che componevano la 134^ Brigata Camionata (rinforzata da unità corazzate), e uno dei tre battaglioni che a loro volta componevano quest’ultima era il 1/6° del Queen’s Royal Regiment, ovvero la 7a Divisione Corazzata britannica, i famosi “Topi del Deserto”(Desert Rats), con al comando il ten. col. Michael Forrester (deceduto il 15 ottobre 2006, all’età di 89 anni,ospite a Scafati anni fa) facendo ripiegare i Tedeschi nella direzione di Napoli. Tra gli episodi, forse il più vile della guerra di Scafati, fu quello dove persero la vita (nessuna vittima tra civili) solo tre famosi corrispondenti di guerra, Alexander Austin, Stewart Sale, William Munday, che a guerra conclusa furono trasportate nel War Cementery, uno dei più grandi cimiteri di guerra inglese, che si trova a Salerno sulla Strada Statale 18 presso Montecorvino Pugliano. Il 28 settembre gli Alleati, dopo aver trovato molta resistenza Tedesca e facendoli ripiegare verso Napoli, gli Alleati avevavo conquistato tutta l’area del primo settore il tratto di spiaggia che dal fiume Sele procede in direzione di Salerno, mentre il secondo settore comprendeva quello che va dal fiume fino al Comune di Agropoli (SA).
Anche la costiera Amalfitana venne toccata dagli uomini del Gen. Mark Waine Clark, infatti si ebbero altri due punti di sbarco, a Vietri sul Mare (Commandos) ed a Maiori (Rangers) ormai anche l’Agro vede presto la liberazione , dopo ventidue giorni e 54 chilometri di combattimenti, gli Alleati entrarono a Napoli 1º ottobre ’43. “ Inoltre deposizione di corone ai monumenti commemorativi del gen.Michael Forrester e dei corrispondenti di guerra inglesi Austin, Sale e Munday
Come scriveva lo storico-geologo Angelo Pesce: “Non ci sarebbero state le quattro giornate di Napoli senza la vittoria di Scafati contro i tedeschi”.
A Scafati un gruppo di partigiani aiuta l’esercito alleato inglese ad avanzare verso Napoli e a liberare la cittadina. Qui l’esercito tedesco sta occupando la città, derubando e uccidendo gli scafatesi. Nel frattempo l’armata alleata prosegue il suo cammino da Salerno e tenta di entrare a Scafati, ma l’esercito tedesco ha già preparato degli esplosivi sul ponte (che permette di superare il fiume Sarno e di entrare in città) da far scoppiare in procinto dell’attraversamento delle truppe inglesi.
Un gruppo di Scafatesi ruba delle armi e aspetta l’arrivo degli alleati per sferrare l’attacco contro l’esercito invasore. I partigiani riescono ad avvisare in tempo gli alleati, attraversando il fiume da un ponte secondario sconosciuto ai tedeschi. Grazie a questo avvertimento, gli alleati posticipano l’avanzata e alcuni soldati, aiutati dai partigiani, entrano in città ripercorrendo la strada fatta precedentemente prendendo i tedeschi alle spalle. Contemporaneamente, gli alleati avanzano e così l’esercito tedesco viene circondato. Nella notte tra il 28 e il 29 vi è una lunga battaglia in cui i tedeschi, facendo saltare un loro carro pieno di munizioni, distruggono abitazioni e uccidono civili. Il 29 settembre la città viene liberata e gli alleati, che entrano a Scafati, vengono salutati da una folla scesa in piazza per festeggiare.
Questa è la “storia”. Ma gli eventi di Scafati del 28 settembre del 1943 non nascono dal nulla. Sono il frutto di una storia di 50 anni di Resistenza e libertà, di riscatto civile e sociale. La rivolta di una parte importante della città nasce da fattori storici precisi: da battaglie di libertà che venivano da un desiderio di giustizia che il ventennio fascista aveva solo momentaneamente smorzato. E’ da questo clima che si rinsalderanno quei fattori di libertà e giustizia che porteranno alla resistenza del 28 e 29 Settembre del 1943. Resistenza guidata da un personaggio atipico come don Vittorio Nappi, seguito da singoli cittadini e supportato dall’indispensabile forza degli alleati inglesi.
Alla città di Scafati, d’altronde, è stata conferita la Medaglia d’oro alla Resistenza, al pari di grandi città come Napoli, Roma e Milano con la seguente motivazione:
“Per l’eroismo dei suoi cittadini nelle drammatiche giornate del settembre 1943 quando per primi suscitarono la scintilla della ribellione armata all’invasione nazista, ribellione che subito dopo doveva dilagare irrefrenabile nelle Quattro Giornate di Napoli e nei Campi Flegrei”.