La fiaccola sotto il moggio
Matteo 5:13-15
13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio”
Il moggio è un tino che serviva a conservare e a misurare delle derrate, spesso cereali.
SE nascondi la fiaccola sotto il moggio, la fiaccola si spegne, il fuoco ha bisogno di aria per brillare. Una fiaccolata contro la violenza “ in genere” , ( il virgolettato è una citazione testuale) , implica una protesta contro un fenomeno così ampio che per la sua “genericità” , per la sua voluta indeterminatezza , per la rinuncia al “discernimento”, mette la “fiaccola sotto il moggio” : esattamente quello che Cristo, nel Discorso della Montagna, addita come pericoloso.
Annacquare è pericoloso, il sale della terra si scioglie, perde il sapore , viene gettato via e calpestato : non bisogna aver paura delle preposizioni semplici , bisogna usarle, mettere sotto il moggio la preposizione “DI” forse non è stata una buona idea.
A scuola insegniamo che le parole sono importanti e, da vecchia prof., queste cose le ho detto anche alla gentile fanciulla che è venuta ad invitarci alla fiaccolata.
La violenza “ di genere”, come concetto, fa un po’ paura a coloro che non hanno sottoscritto la Convenzione di Istanbul o , semplicemente, ci siamo “in genere” tolti il pensiero?
A scuola, il professore non fa mai una verifica “in genere” e il latino serve perché insegna a uscire dalla genericità del pensiero : “ di notte tutte le vacche sono nere”, diceva quel tale Hegel.
La conoscenza deve essere “ chiara e distinta”, le fiaccole servono a fare luce e non possono stare sotto il moggio dell’indeterminato.