Ho partecipato a un’interessante discussione sulla bacheca di Giulia Sara Miori circa la foto che la cantante Elodie ha scelto per pubblicizzare il suo ultimo singolo.
Per chi non lo sapesse Elodie è una cantante pop brava nel suo genere, che si sa muovere sul palco, e ha una bellezza oserei dire indecente. Appartiene all’iperuranio del Bello. Quando gli dei inventarono la bellezza, probabilmente pensavano a lei.
Il quid verteva sul fatto che la cantante abbia scelto di posare nuda per sponsorizzare il pezzo, e la critica alle critiche moralizzanti e frustrate degli uomini di turno.
La giovane donna ha fatto la gavetta, adesso non ricordo bene se sia emersa da qualche talent show, ma comunque proviene dal basso e non ha avuto vita facile.
La sua immagine proposta negli anni è cambiata. È sempre stata ultra bellissima, ma diciamo che con l’avanzare del successo l’ha conformata sempre di più a ciò che il mercato (maschile) vuole. Ha allungato i capelli, ha smesso di tingerli di colori assurdi (che personalmente adoro, avendoli portati), ha diminuito i centimetri quadri di stoffa intorno al suo fantastico corpo.
Glielo avranno detto di farlo, poiché gli artisti hanno dietro un esercito di personaggi che si occupano dell’immagine, della comunicazione, dell’impatto social, che adesso è tutto.
Lasciamo un attimo da parte Elodie e pensiamo a Arisa, altra cantante del panorama nostrano.
Quando vinse la categoria nuove proposte di Sanremo, nel 2009, col brano “Sincerità”, aveva un certo aspetto, fatto di abiti, trucco, parrucco e atteggiamento. La voce e il talento erano fissati.
Negli anni ha cambiato modo di presentarsi, decidendo di virare verso il modello del sex symbol, togliendo occhiali, modificando i vestiti, accentuando di più la sua sensualità. Arrivando infine a posare nuda, provocatoriamente cercando marito.
Eppure Arisa possiede una delle voci più belle che il canto italiano possa vantare, come quelle di Giorgia e Elisa.
Certo, assomigliare alla Signorina Carlo di marchesiniana memoria, fu un azzardo, non vincente. Per “vincere”, ha dovuto trasformarsi in una bomba sexy. Ma la potenza della sua voce è la stessa di quando cantava Sincerità dietro gli occhiali a fondo di bottiglia.
Metto insieme Elodie e Arisa perché entrambe hanno operato la stessa scelta, volenti o nolenti. Hanno deciso, in definitiva, di non puntare soltanto sul proprio indiscutibile talento, ma di usare anche l’avvenenza del proprio corpo. L’hanno fatto forse scientemente, perché hanno capito che le loro doti canore e di perfomers non sarebbero bastate, avrebbero dovuto aggiungerci la patina erotica. E, almeno Elodie, era erotica abbestia anche coi capelli corti rosa e i pantaloni hip-pop.
C’è chi, anche tra donne, rivendica il diritto di usare il proprio corpo per vendere, che sia una canzone, una poesia, un progetto aerospaziale.
Io non la vedo una gran conquista per la liberazione delle donne. Mi sembra più un sistemarsi meglio nel solito sistema patriarcale, per provare a ottenere qualcosa. Legittimo, purché non si spacci per libertà.
Non vedo neanche allacci alla libertà sessuale, di cui sono sponsor primigenio. Insomma non ci vedo niente che si allacci al pensiero delle donne, per le donne.
Quando vedo le ragazzine tutte svestite allo stesso modo, con le labbra disegnate a canotto e le unghie colorate di mezzo metro, non ravvedo liberazione, ma prigionia. Rappresentata in extrema ratio dai due pezzi di costume fatti indossare alle bambine anche di 2 anni.
Io metto tutto insieme, ovvero trovo collegamenti, e per questo chiedo perché delle artiste, delle donne, debbano avere sempre e comunque necessità di ignudarsi per ottenere successo.
C’è chi, come Flavia Tomassini, intravede paragoni con artisti e artiste di epoche precedenti, dimenticando però, a mio parere, della necessaria contestualizzazione nel contesto storico di riferimento, oltreché annotando le differenze di genere in termini di impatto culturale.
Probabilmente sbaglio e sono invecchiata prima del tempo, anche se non penso, sinceramente. Però lo metto in conto. Fatto sta che tutti questi corpi femminili esposti, ipersessualizzati, non mi fanno pensare affatto ad alcunché di vicino a qualsiasi liberazione dal patriarcato vagheggiata.
Eppure resto per la liberazione dei corpi, della sessualità, per la distruzione di matrimonio, rapporti di coppia classicamente intesi, per il pudore; per me dovremmo tutti poter girare nudi, soprattutto le donne, senza che ciò possa far lontanamente pensare a una profferta sessuale.
Forse sono troppo avanti, oppure troppo indietro. Fatto sta che in Elodie ignuda, come in Arisa ignuda, non riesco a trovare neanche per sbaglio qualche cosa di positivo per le donne.