Partorisce a 11 anni. È solo una bambina e ha già la vita distrutta – di Filomena Avagliano
Il vicino di casa e amico di famiglia, un uomo di 27 anni, l’ha avvicinata mentre stava giocando con gli amichetti nel cortile del palazzo dove abitava, l’ha convinta a seguirla in un luogo appartato e ne ha abusato.
Lei era troppo piccola per capire cosa fosse successo, quindi non ne ha parlato subito coi genitori, ma sapeva che non le era piaciuto e da allora tentava sempre di evitarlo.
Era la fine dell’estate del 2021 quando è successo, in provincia di Milano. A dicembre, la b*mbina ha cominciato ad accusare forti dolori sospetti all’addome e, solo allora, ha riferito delle vi*lenze ai genitori.
L’hanno portata subito in ospedale e lì è avvenuta la terribile scoperta: era incinta di quattro mesi.
Una bambina è rimasta incinta di una atroce vi*lenza e cosa fanno le istituzioni che dovrebbero tutelarla?
Invece di far cessare subito quell’angoscia a questa giovanissima donna, la obbligano a portare a termine la gravidanza, perché erano passati i 3 mesi previsti dalla legge.
Questa b*mbina ha quindi dovuto portare dentro di sé il frutto di quella violenza per altri 5 mesi, sopportare il parto che per un corpo così piccolo è ancora più doloroso, con un rischio maggiore di problematiche per la salute della madre e del nascituro. Infatti ha dovuto subire il parto cesareo, perché il corpo di una 11enne non può gestire il parto normale.
Quel bambino, poi, è stato dato in affidamento subito dopo il parto, sottraendolo alla madre, senza nemmeno farglielo vedere. Questa madre-bambina rimarrà così per il resto della sua vita col peso enorme sulla coscienza di avere un figlio che le è stato portato via e che probabilmente non vedrà mai.
E come se non bastasse, in un momento così tragico in cui la bambina avrebbe un enorme bisogno dell’amore dei propri cari, è stata portata via dalla famiglia e messa in comunità, dove ha solo degli incontri programmati con i genitori.
Pensate al trauma di questa giovane innocente. Pensate come la sua vita sia stata rovinata per sempre, perché una cosa del genere non la si potrà mai cancellare.
Lo stupratore pedofilo, intanto, è stato condannato a soli 10 anni, che per come di solito va in Italia, non mi stupirei se la pena venisse ridotta. Uscirà ancora abbastanza giovane per ricostruirsi una vita, perché tanto gli uomini non hanno una “data di scadenza” come le donne che a 40 anni sono ignorate dalla società. Magari si troverà una ragazzina ingenua che crederà alle sue bugie, tanto adesso vanno tanto di moda le relazioni con grandi differenza d’età, tra uomini adulti e appena 18enni o poco più.
Questa storia è angosciante, da qualsiasi lato in cui si guarda. La vittima non è stata tutelata nel migliore dei modi e il colpevole non ha avuto una pena adeguata.
Le leggi che ci sono non vanno bene, le donne devono essere tutelate di più.
Non possiamo più restare a guardare.
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Redazione
Seo, pubblic relation, comunicatore. Esperienze lavorative da libero professionista esperto di finanza agevolata e consulente in materia turistica, lavoro, formazione, euro progettazione e attività giornalistica. Progettista di idee, marchi e brevetti. Autore letterario di saggi, guide turistiche e manuali tecnici operativi nel settore ricettivo. Cultura e turismo, due importanti passioni che con il giornalismo e la comunicazione sono fonti di ispirazione in progetti ed eventi ideati e prodotti